L’8 marzo nero delle vigilesse
prese a pugni davanti al Colosseo

L’8 marzo nero delle vigilesse prese a pugni davanti al Colosseo
di Claudio Marincola
2 Minuti di Lettura
Venerdì 9 Marzo 2012, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 19:28
ROMA - Uomini che odiano le donne. Tutto l’anno, anche l’8 marzo: un giovane di 27 anni ha aggredito ieri due vigilesse insultandole e prendendole a pugni. Ma alla fine hanno vinto loro: i caschi in gonnella. Anche grazie ai «rinforzi»: una terza donna che era lì di passaggio e le ha aiutate.



Raccontata così sembrerebbe l’apoteosi dell’8 marzo, una sceneggiatura scritta per l’occasione. Ma è tutto vero. É successo ieri, intorno alle 17, davanti al Colosseo, dove inizia la via Sacra. L’uomo è stato arrestato, uno dei due agenti si è fatta medicare al pronto soccorso del Fatebenefratelli prima di essere dimessa in serata. Le due, in abiti borghesi, erano intervenute per allontanare una ragazza, un’artista di strada che si era piazzata con il suo banchetto proprio all’ingresso dell’area archeologica. Un intervento di dissuasione. Senza agitare blocchetti, né alzare la voce.



É stato a quel punto che il 27enne si è scatenato: è sceso dalla bicicletta e, senza che nessuno avesse richiesto il suo intervento, ha iniziato a insultare le vigilesse. Non lo ha fatto desistere neanche il tesserino che le due gli hanno agitato sotto il naso per qualificarsi. E ha iniziato a dare in escandescenze. «In Italia ha urlato l’uomo lavorano solo i figli di papà, se vi levate le mutande si vedrà ancora il segno che il calcione vi ha lasciato sul c...».



Il giovane che si chiama Fabio B. e abita a Prima Porta non si è limitato alle offese. Ha spinto le due contro il muro e ha iniziato a picchiarle. Quando però ha provato a risalire sulla sua bici le vigilesse sono riuscite a bloccarlo. Operazione portata a termine e perfezionata anche per merito di una terza donna.

É una storia al femminile, appunto. Di una coalizione rosa che ha vinto. E di un «maschio» annientato e arrestato. «Cose del genere purtroppo accadono spesso ricorda Monica Scipioni, 40 anni, l’agente ferita a una guancia e dolorante per i colpi ricevuti una colluttazione così violenta non mi era mai capitata. Avevamo sia io che la mia collega la pistola d’ordinanza e la bomboletta spray al peperoncino, però non abbiamo mai pensato di usarla».



L’altra vigilessa si chiama Antonella Zuco e ha 35 anni. Tutt’e due appartengono al Primo gruppo e svolgono attività di polizia amministrativa. Devono essere in qualche modo riconoscenti alla passante, Evira Sbaraglio, 42 anni, intervenuta a dar loro manforte.

Resta da dire dell’aggressore, un giovane disoccupato. Sottoposto a fermo avrà modo di meditare sul suo brutale 8 marzo. Dovrà rispondere di resistenza e minacce a pubblico ufficiale e lesioni. Ieri ha passato la sua prima notte in carcere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA