Allarme in centro a Roma, trovato un kalashnikov dentro un Suv: ma erano armi giocattolo

Un kalashnikov
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 07:54

Momenti di terrore nella Capitale. In pieno centro: in corso Vittorio Emanuele, la strada a cavallo tra piazza Navona e Campo de’ Fiori, la Polizia ha intercettato un Suv sospetto con all’interno tre Kalashnikov.

Armi da guerra esattamente uguali a quella utilizzata negli attentati di Parigi, solo che dopo un'attenta analisi è emerso che le armi erano dei giocattoli.

Il Suv è stato bonificato dagli artificieri e ora è sotto sequestro e verrà analizzato dalla scientifica così come le copie giocattolo dei fucili mitragliatori.

L’azione delle polizia è stata chirurgica: grazie alle telecamere l’operatore della sala controllo ha notato il mezzo (con colorazione simil militare) su un marciapiede.

Da subito è scattato l’allarme e gli uomini delle volanti hanno dato l’allarme ai reparti speciali dopo aver notato il Kalashnikov.

Ora si osserveranno le telecamere per capire chi fosse alla guida e perché portasse in giro un’arma da guerra.

Intanto Roma resta sorvegliata speciale.

Controlli a campione con i metal detector su borse e zaini, più mezzi e uomini dell'esercito, pattuglie nelle strade attorno al Vaticano: sono i primi effetti dell'allerta 2 decretato dal governo subito dopo gli attacchi di Parigi si sono visti a San Pietro, in occasione dell'Angelus.

Controlli discreti ma ben visibili, che si intensificheranno con l'avvicinarsi della data d'inizio del Giubileo e che procederanno di pari passo con tutte le altre misure decise nel vertice di ieri al Viminale per potenziare al massimo la prevenzione, unico strumento concreto per tentare di evitare che si ripeta in Italia quel che è avvenuto nelle strade di Parigi.

Proprio per dare seguito alle parole, il governo sta lavorando al reperimento di ulteriori risorse per la sicurezza: soldi destinati non solo alle forze di polizia ma anche all'intelligence e che dovrebbero arrivare con un emendamento alla legge di stabilità. Cifre al momento non ce ne sono, si parla di circa 30 milioni, ma il governo potrebbe decidere un rinforzo più sostanzioso.

«Il pericolo esiste, è un pericolo oggettivo ma non è concreto e circostanziato - ha detto oggi il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, ribadendo i concetti già espressi dal ministro dell'Interno Angelino Alfano - Da questo pericolo dobbiamo guardarci mettendo in campo tutti i mezzi di prevenzione necessari. Non servono leggi speciali ma dobbiamo essere pronti a rinunciare ad alcune delle nostre libertà personali, in particolare dal punto di vista della comunicazione». Non è possibile, dunque, «sentirsi sicuri»: «ma non dobbiamo neanche spaventarci - ha aggiunto -, sapendo che abbiamo la coscienza a posto perchè abbiamo messo in campo tutti gli strumenti investigativi e d'intelligence a disposizione».

A partire dalle espulsioni 'miratè: ne sono state fatte 55 dall'inizio dell'anno e nei prossimi giorni ne scatteranno altre, nei confronti di tutti quei soggetti considerati a rischio per la sicurezza nazionale. Proprio per questo, intelligence e Antiterrorismo stanno passando nuovamente al setaccio le informazioni raccolte in questi mesi su migliaia di soggetti - dall'inizio dell'anno, ha detto ieri Alfano, sono state controllate oltre 56mila persone - e quelle ricevute dagli altri servizi segreti, con l'obiettivo di rileggere ogni piccolo dettaglio per vedere se possa esser stato tralasciato qualche elemento. Ma, anche, per verificare se dalle informazioni in arrivo dalla Francia sui responsabili dell'attacco possano essere scovati dei collegamenti con soggetti presenti in Italia o passati per il nostro paese.

L'altro fronte su cui si è già cominciato a lavorare è quello delle carceri, luoghi dove spesso si compie il processo di proselitismo e radicalizzazione. Per questo e« già iniziato lo screening di tutti quei detenuti considerati più a rischio e non è escluso possano esser decise ulteriori misure. Secondo il Sappe una di queste dovrebbe essere la sospensione della 'vigilanza dinamicà, che consente ai detenuti di stare molte ore al giorno fuori dalle celle, mischiati tra loro e con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria.

Nei prossimi giorni, inoltre, sarà definito nei dettagli il controllo dello spazio aereo, soprattutto su Roma in occasione del Giubileo. Insieme all'Aeronautica militare, gli esperti della sicurezza stanno studiando un sistema per proteggere i cieli da possibili attacchi dei droni, quasi impossibili da controllare al momento del decollo e, soprattutto, lanciabili da qualsiasi terrazzo, finestra o strada. Un problema serio, che si aggiunge alla già lunga lista di situazioni da considerare a rischio.