Italiano ucciso in Brasile, dietro il delitto il patrimonio dei Piccolo

Enzo Albanese
di Francesco Olivo
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Sabato 31 Maggio 2014, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 13:54
Un giallo tropicale risolto a Fiumicino. Il caso dell’italiano ucciso un mese fa da un killer in Brasile vicino alla soluzione.



La svolta è arrivata ieri notte all’aeroporto Leonardo Da Vinci, dove è stato arrestato Pietro Ladogana, uomo d’affari romano molto attivo in Sudamerica, fermato dopo un lavoro di intelligence dei Carabinieri di Budoni. Secondo gli inquirenti, il faccendiere ha avuto un ruolo decisivo nella morte di Enzo Albanese assassinato nel palazzo di casa a Natal, nel nordest del Brasile. Secondo l’accusa, sarebbe stato lui a ordinare l’omicidio. Il movente sarebbe da ricercare in una serie di consulenze immobiliari ancora da chiarire.



Albanese, 42enne, in Brasile da qualche anno con la famiglia, era subentrato a Ladogana nella cura degli interessi immobiliari di un altro italiano, Raffaele Piccolo (non indagato), padre di Samuele, recordman di preferenze al consiglio comunale di Roma, già arrestato in passato. Secondo gli inquirenti (la vicenda ha uno sviluppo giudiziario anche in Brasile) quando prende in mano le carte, Albanese scopre anomalie sulla gestione delle proprietà e le riferisce a Piccolo: «Quello ti sta fregando» gli spiega.



Un’accusa della quale Ladogana viene a conoscenza e che scatena la sua ira violenta. Minaccia dopo minaccia l’intermediario finisce per essere denunciato dalla vittima. L'ultimo incontro avviene a pochi giorni dalla morte di Albanese, per far capire le sue intenzioni «il romano» si presenta accompagnato da un ceffo armato: messaggio chiarissimo e forse premonitore.



I nomi di Piccolo e Ladogana erano già conosciuto dai genitori della vittima: «Non parlava mai di lavoro, ma avevo capito che c’era qualche problema con i romani», racconta il padre Giovanni. Dalla denuncia sono partite le indagini dei Carabinieri di Siniscola (in Sardegna, la stazione è di Budoni) guidati dal capitano Andrea Senes. La procura di Nuoro cerca eventuali complici, decisivo sarà l’interrogatorio di Ladogana (in carcere a Civitavecchia).
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