Italia-Egitto, patto per la cultura: «Insieme contro il terrorismo»

Italia-Egitto, patto per la cultura: «Insieme contro il terrorismo»
di Elena Panarella
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 18:44

«Ce la stiamo mettendo tutta» contro il terrorismo. «E la chiusura del valico di Rafah» decisa dal presidente Sisi subito dopo gli attentati che nei giorni scorsi hanno provocato la morte di circa una trentina di militari e il ferimento di numerose persone, «non durerà molto. Tra pochi mesi sarà tutto diverso». Ha spiegato a chiare lettere il ministro della Cultura egiziano, Gaber Asfour, in questi giorni in visita a Roma dove ieri pomeriggio ha incontrato il collega Dario Franceschini.

L’inaugurazione. «Nessuno ha il diritto di prendere la parola al posto di Dio», ha detto Asfour che ieri sera all’Accademia d’Egitto (a Villa Borghese) ha inaugurato insieme al Sottosegretario del Ministero dei Beni Culturali, Francesca Barracciu, e alla direttrice dell’Accademia, Gihane Zaki, la tanto attesa mostra dedicata a Tutankhamon, parlando davanti ai diplomatici di Iraq, Arabia Saudita, Kuwait e Oman, giornalisti e scrittori come Ali Maklad presenti all’evento - «perché oltre alla cultura è importante che intervenga anche la diplomazia» sottolinea la professoressa Zaki - e ribadendo la posizione del governo di Ibrahim Mahlab: «bisogna agire con una sola mano contro il terrorismo». Anche con il collega Dario Franceschini, riferisce il ministro egiziano, si è parlato di lotta al terrorismo, «una minaccia per la cultura, oltre che per l’incolumità del Mediterraneo e del mondo intero». «La vera sfida - sostiene Asfour - è convincere la gente a cambiare mentalità, serve una nuova cultura». Apertura e modernità versus «chiusura, fondamentalismo e integralismo», dice. La sua ricetta? «Garantire la cultura a tutti i cittadini, senza discriminazioni» e «combattere il fanatismo» che ha pervaso una parte della società egiziana. Un’operazione tutt’altro che semplice, ammette, ma che va portata avanti parallelamente alla lotta al terrorismo. Importante critico letterario, docente di letteratura araba all’Università del Cairo, Asfour è stato allievo del grande scrittore Taha Hussein. Nel 2011, a inizio rivoluzione, l’ex rais Hosni Mubarak, lo nomina ministro della Cultura.

Un incarico che dura poco più di una settimana. Sommerso dalle polemiche del mondo artistico e intellettuale, Asfour si dimette. Ufficialmente per motivi di salute. Dallo scorso giugno è tornato a guidare il dicastero, accettando la nomina da parte del premier Ibrahim Mahlab. «Ho assunto l’incarico - racconta - certo di potere portare questa nuova visione nel Paese». Nel suo programma, c'è anche la valorizzazione dei musei minori del Paese: una ventina in tutto l’Egitto. «A breve i loro patrimoni saranno in rete e quindi consultabili on line in tutto il mondo».

La mostra. «Sono in tutto una trentina i reperti esposti, copie autenticate dal ministero delle Antichità egiziane e acquistate dall’Accademia d’Egitto di Roma», dice l'egittologa Gihane Zaki, la prima donna a guidare il prestigioso istituto nato un’ottantina di anni fa. «Gli oggetti esposti rimarranno due anni in mostra. Un modo di rendere un servizio al pubblico italiano. Uno strumento di conoscenza, in grado di fare viaggiare le persone, senza farle spostare dalla loro città». Per l’allestimento museale la direttrice si è avvalsa della consulenza dell’architetto Karim Shaboury che è stato supportato nel lavoro dai borsisti dell'Accademia. I reperti legati alla vita del faraone morto a soli 19 anni in circostanze misteriose saranno visibili tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17.

L’anno Egitto-Italia. Con l’Italia le relazioni culturali sono intense. Dall'Anno dell’Egitto in Italia (2015) a quello dell'Italia in Egitto previsto per il 2016, i cui perni centrali saranno rispettivamente l’Accademia d'Egitto di Roma e l'Istituto italiano di Cultura del Cairo. Il campo a cui tiene forse di più il ministro egiziano è però quello della traduzione letteraria. L'idea, spiega Asfour, è di fare conoscere i veri mostri sacri della letteratura egiziana. «Da non confondere con autori di best seller, tradotti in tutto il mondo». Il riferimento è a Alaa Al-Aswani - autore di vari romanzi tra cui Palazzo Yacoubian e il più recente Cairo Automobile Club - molto noto in Italia, con cui Asfour, da critico, è stato impegnato in un'annosa polemica. «Serve un lavoro profondo per diffondere i grandi scrittori egiziani e favorire la traduzione dall'arabo all'italiano e viceversa».

Il premio allo scultore. La riapertura del museo egizio, fortemente voluta dalla direttrice Zaki, è stata anche l’occasione per celebrare uno tra i più importanti scultori egiziani del mondo, Adam Henein. L’ottantacinquenne artista cosmopolita - durante la cerimonia di inaugurazione - è stato insignito del premio alla carriera consegnatogli dal ministro della cultura Asfour.

Nato nel 1929 in una famiglia di metalmeccanici, all’età di 8 anni lo scultore egiziano Henein ha modellato una figura in argilla di Ramses II. Questo lavoro ha segnato l’inizio di un viaggio artistico che ha catapultato Henein nella scena artistica internazionale. Celebrato per le sue sculture in bronzo, legno, argilla e granito, Henein trasforma il materiale solido in presenze eteree attraverso l’utilizzo di linee semplici, catturando l’essenziale delle forme moderne. Il suo lavoro intreccia temi universali – maternità, uccelli, barche e preghiera – con riferimento a icone egiziane come le piramidi, gli obelischi, i faraoni e i geroglifici. Henein dipinge arte astratta e quadri rappresentativi, alcuni dei quali completamente su papiro, che come le sue sculture, mostrano la semplicità poetica della forma visiva. Dopo aver conseguito una laurea in scultura all’Università delle Belle Arti al Cairo nel 1953, ha proseguito la sua formazione a Monaco e Parigi, dove ha vissuto per 25 anni fino al 1996. Dopo il suo ritorno in Egitto, Henein ha fortemente contribuito ad arricchire il panorama culturale egiziano, specialmente ad Aswan, dove ha fondato l’annuale Simposio Internazionale della Scultura. Henein ha ricevuto diversi premi per il suo lavoro, che è stato esposto in Egitto, nel mondo arabo, in Europa e al Metropolitan Museum of Art di New York. Le sue opere sono state vendute per milioni di sterline.

La mostra al Vittoriano. Il 30 ottobre Asfour sarà al Vittoriano, a Roma, dove verranno esposte alcune opere di giovani artisti egiziani ospiti all'Accademia d'Egitto e alcuni reperti della mostra di Tutankhamon, nell'ambito dell'iniziativa «Roma verso Expo», un ricco programma di mostre, conferenze e incontri che consente ai Paesi aderenti all'esposizione universale di Milano di presentare progetti e promuovere la propria immagine.

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