Roma, «Mi offri un caffè», così l'ispettrice Asl chiedeva tangenti da 500 euro

Roma, «Mi offri un caffè», così l'ispettrice Asl chiedeva tangenti da 500 euro
di Michela Allegri
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Domenica 22 Febbraio 2015, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 14:07

«Mi offri un caffè», era la frase che tutti in ufficio potevano sentire. Ma il gesto delle sue mani parlava chiaro: con il palmo aperto e le dita ondeggianti, l'ispettrice della Asl Roma E stava chiedendo una mazzetta da 500 euro per non sanzionare un imprenditore. A raccontarlo agli inquirenti è Fabrizio Fontana, uno degli impresari indagati per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sul giro di tangenti che collegherebbe il XIV Municipio, il IX Dipartimento e il mondo della piccola edilizia privata. Come una decina di suoi colleghi, è accusato di aver allungato mazzette, tra gli altri, all'ispettrice Rita Del Brocco, soprannominata la “squaletta”, per evitare che uno dei cantieri in cui lavorava venisse multato. «Ma come? Non ti ricordi di quando mi hai chiesto 500 euro facendomi segno di nascosto con la mano?», avrebbe dichiarato il costruttore interrogato in confronto con la donna che, a detta degli indagati, sarebbe stata talmente assetata di denaro da arrivare ad esigere soldi in modo spregiudicato.

La Del Brocco, invece, di fronte agli inquirenti ha negato ogni tipo di addebito. Anche davanti all'imprenditore, che la accusava di pretendere denaro con la minaccia e con il ricatto, ha detto di essere vittima di un equivoco. Si è difesa, sostenendo che due degli impresari, che la tacciano di aver intascato tangenti, avrebbero inventato tutto con il solo scopo di truffare un collega, Roberto Biagini, anche lui indagato, per il quale lavoravano come subappaltatori «I verbali che ho elevato erano veritieri e andavano giustamente saldati», avrebbe detto la Del Brocco.

Ma i costruttori, per giustificarsi con Biagini e scaricare su di lui il pagamento, avrebbero ideato la storia dei ricatti e delle tangenti. Daniele Losani, collaboratore di Biagini su cui la Del Brocco punterebbe il dito, dà una versione molto diversa della vicenda: ha raccontato di essersi rifiutato di pagare per ottenere un aiuto e che l'ispettrice si sarebbe vendicata elevando una multa da quasi 1.100 euro: «Biagini non ha voluto pagare e la Del Brocco, a quel punto, mi ha chiamato e mi ha fatto il verbale. Le ho detto di smettere di ricattarci, lei ha risposto che i soldi li doveva dare a un collega e che la colpa era nostra che li avevamo abituati così». A detta dell'indagata, invece, si trattava di «una sanzione dovuta».

«HO FAME»

Era stato Biagini, ascoltato dal pm Erminio Amelio, a parlare dell'avidità della donna: «Un collega mi ha confessato che lo ha avvicinato e gli ha detto: ho fame», per intendere che volesse più soldi. Un altro imprenditore, nell'interrogatorio di garanzia, ha dichiarato che anche il costruttore Fabrizio Fontana avrebbe pagato la "squaletta": «Ha dato i soldi alla Del Brocco, la tassa da pagare agli ispettori era di circa 400 o 500 euro a chiamata, cioè quando ci convocavano nel loro ufficio». Fontana, davanti al pm, avrebbe confermato, ricordando come la donna dopo aver consultato la documentazione che lui aveva portato, avrebbe replicato: «Qui dovrei fare un verbale...». E poi avrebbe aggiunto: «Un caffè? Mi offri un caffè?», indicando però il numero 5 con la mano. L'imprenditore ha dichiarato di aver chiesto spiegazioni e che la "squaletta" gli avrebbe sussurrato: «Sono 500 euro».