La moglie dell’elettricista sapeva tutto: «Ero tua, non hai saputo apprezzarmi»

La moglie dell’elettricista sapeva tutto: «Ero tua, non hai saputo apprezzarmi»
di Moira Di Mario
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Domenica 28 Settembre 2014, 01:25
Adesso certe assenze, certi comportamenti sembrano pi grandi e dolorosi.

Ma forse Marisa Lentini, la moglie di Alessandro Santoni, l'elettricista ucciso venerdì insieme alla presunta amante nell'ascensore della sede Inps di Cinecittà, negli ultimi mesi già dubitava della fedeltà del marito.



Qualche sospetto negli ultimi giorni forse l’aveva. Nel primo pomeriggio di venerdì, poche ore prima della tragedia, sul suo diario facebook aveva condiviso la foto del volto di una donna e una frase: «E se un giorno mi cercherai e non mi troverai... ricordati che un tempo ero lì per te, e non hai saputo apprezzarmi».



I dubbi per la donna potrebbero essere nati di recente, dopo un episodio che a giorni di distanza, dopo la tragedia, può far riflettere e che racconta il titolare del negozio di ferramenta sotto casa della coppia a Torvaianica, sul Lungomare delle Sirene. «Una ventina di giorni fa qualcuno con un sasso ha rotto il parabrezza della macchina di Alessandro parcheggiata qui davanti e gli ha lasciato il sasso sul cofano. L'ho notato perché l'auto mi sembrava nuova e quando lui e Marisa sono scesi gli ho chiesto chi avesse fatto un gesto del genere su un’auto appena comprata. Marisa mi ha detto che la Peugeot era usata, come se volesse tranquillizzarmi, mentre Alessandro ha cercato di sdrammatizzare, dicendo che probabilmente qualche ragazzino si era voluto divertire. Mi è sembrato strano perché in questa zona atti di vandalismo non ce ne sono mai stati. Poi però non ci ho più pensato. Ora, dopo quello che ho letto sui giornali, mi torna in mente l'episodio e soprattutto quel sasso lasciato sulla macchina».



L’AVVERTIMENTO

Come se chi ha colpito avesse voluto lanciare un messaggio, mettere la firma su quello che in un primo momento era sembrato l'atto di un teppista.



QUEI PACCHI SOSPETTI

Un'altra stranezza di Alessandro erano i pacchi che si faceva lasciare dai corrieri dal ferramenta oppure dal pizzaiolo davanti casa. «Non so cosa ci fosse in quelle scatole - racconta il titolare della pizzeria a taglio - io Alessandro lo conoscevo di vista e quando la prima volta il corriere mi ha detto che doveva lasciare un pacco per Alessandro Santoni, lì per lì volevo addirittura rimandarlo indietro. Poi ho capito che si trattava dell'elettricista che vive davanti al mio negozio e ho accettato la consegna. In serata, quando è tornato dal lavoro, è passato a prendere il pacco e si è scusato per non avermi avvertito. Non so per quale motivo non si facesse recapitare a domicilio questi scatoloni», aggiunge il ferramenta.

Marisa? Fa l'estetista e «lavora in casa - spiega la titolare di una lavanderia vicino al palazzo - per non lasciare il bambino. E' una mamma dolcissima e una donna solare. Sempre con il sorriso sulle labbra. Non l'ho mai vista cupa, arrabbiata», aggiunge la donna. Ma forse a Marisa era venuto qualche sospetto su quei pacchi e su quel sasso lasciato sul cofano. A difendere l'elettricista sono i vicini di casa. «Alessandro non tradiva la moglie, non l'avrebbe mai fatto. Era un uomo tranquillo, attaccato alla famiglia, adorava suo figlio. Solo illazioni», dicono. Originario di Acilia «da alcuni anni viveva qui con la moglie Marisa e il figlio di 4 anni - aggiungono - una famiglia normale, come tante. Mai una discussione, almeno noi non lo abbiamo mai sentito urlare e litigare con lei».

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