Inchiesta rifiuti,Hermanin e il ricorso pilotato a favore del ras dell'immondizia

Inchiesta rifiuti,Hermanin e il ricorso pilotato a favore del ras dell'immondizia
di Sara Menafra
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Lunedì 20 Gennaio 2014, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 20:10

Il termovalorizzatore di Albano era una delle tante richieste avanzate da Cerroni alla rete di dirigenti pubblici e politici locali che lo ascoltavano e, in alcuni casi documentati dalle inchieste in corso, avrebbero piegato gli atti pubblici ai voleri del padrone delle discariche romane.

Ad aiutarlo nell’impresa, arrivando al punto di presentare un ricorso al Tar «pilotato» come presidente dell’Ama, contro la prima valutazione di impatto ambientale negativa, era soprattutto Giovanni Hermanin. Fondatore di Legambiente Lazio, è presidente dell’Ama quando, nel giugno 2008, si apre la partita del termovalorizzatore di Albano. Una battaglia che rivendica ancora oggi, visto che sul sito Hermanin.org alla voce curriculum compare l’indicazione: «Riesce ad ottenere che nel piano regionale venga previsto il secondo impianto di termovalorizzazione di rifiuti di Roma».

RISARCIMENTO

Secondo il pm Alberto Galanti e il gip Massimo Battistini, Hermanin avrebbe fatto di più.

Contro la valutazione negativa all’inceneritore di Albano, in quanto presidente di Ama si sarebbe messo a disposizione per presentare un ricorso al Tar, con tanto di richiesta di riscarcimento milionaria, in realtà pretestuoso: «Hermanin arrivava ad affermare che era necessario procedere con la presentazione del ricorso per evitare di legittimare l’atto di valutazione». Nelle intercettazioni Hermanin sembra quasi più convinto di Cerroni. Cerroni: «Senti eh si deve andare avanti la?.. andiamo avanti?»; Hermanin: «Si certo che andiamo avanti»; Cerroni: «Va bene».

Il gip Battistini sottolinea che la vera anomalia è rappresentata dal fatto che il ricorso è pretestuoso. Una pistola carica messa sul tavolo delle trattative con la Regione, per ottenere che la Valutazione di impatto ambientale negativa per Albano venga «sospesa» senza costringere l’imprenditore a cambiare i propri piani. «Si trattava, in buona sostanza, di una contropartita che la Regione Lazio e il comune di Roma offrivano all’anziano imprenditore affinché egli continuasse a ricevere i rifiuti della capitale all’interno della sua discarica anche in presenza di un consistente debito». Anche Hermanin, accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti e alla frode, avrebbe avuto una contropartita.

STIPENDIO BASSO

Nel 2008, infatti, il suo mandato come presidente di Ama era prossimo alla scadenza. Raniero De Filippis, finito anche lui ai domiciliari, gli propone un incarico all’Arpa. Ma lo stipendio sembra troppo basso. De Filippis: «Continua a sollecitarmi quella cosa del vicario del...Credo che sia sull'ordine di cento venti...cento trenta mila euro l'anno»; Hermanin: «Siete pazzi».

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