Imu al 5 per mille, ecco quanto si pagherà
sulla prima casa: in media 80 euro a famiglia

Imu al 5 per mille, ecco quanto si pagherà sulla prima casa: in media 80 euro a famiglia
di Michela Giachetta e Fabio Rossi
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Sabato 30 Novembre 2013, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 13:22
I romani pagheranno l'Imu 2013 anche sulla prima casa. Non sar una stangata come quella dello scorso anno (ci si aggirer sugli 80 euro a testa in media) ma, a meno di sorprese dell'ultima ora, l'abolizione totale dell'imposta sulle prime abitazioni non riguarda la Capitale. Il decreto legge del Governo prevede, infatti, che nei Comuni dove vengono applicate aliquote superiori al 4 per mille, i cittadini debbano pagare il 40 per cento della differenza. Proprio ieri l'assemblea capitolina ha definitivamente approvato la delibera 98, collegata al bilancio, che conferma anche per quest'anno l'aliquota sulla prima casa al 5 per mille, introdotta già nel 2012 dalla giunta Alemanno. Insomma fra un mese e mezzo (la scadenza è fissata per il 16 gennaio) i proprietari di prima casa a Roma dovranno pagare il 40 per cento dell'1 per mille (la differenza tra l'aliquota fissata dal Campidoglio e quella di base), ossia lo 0,4 per mille della rendita catastale rivalutata. Nella Capitale, tanto per fare qualche esempio, con una rendita catastale di mille euro si dovranno pagare 84 euro, con una di 1.500 bisognerà sborsare 126 euro e così via.



IL BILANCIO In consiglio comunale, intanto, l'approvazione del bilancio ha subito un rallentamento, che sicuramente farà superare la scadenza di questa sera alle 24, aprendo le porte alla diffida che il prefetto Giuseppe Pecoraro dovrebbe inviare nei prossimi giorni. Ieri non c'è stata la prevista maratona notturna, con la seduta caratterizzata dall'approvazione delle delibere propedeutiche su Imu, tariffa rifiuti e tributi locali. Oggi si comincerà solo alle 15, domani l'aula Giulio Cesare resterà chiusa. La discussione sul bilancio vero e proprio inizierà quindi soltanto lunedì. Ma nella maggioranza sono ottimisti, nonostante gli oltre duecentomila ordini del giorno presentati dall'opposizione: «Chiuderemo tra martedì e mercoledì», prevedono i consiglieri del Pd. Come fare? La strada è quella tracciata negli ultimi giorni: tentativi di dialogo con l'opposizione, in paricolare con il gruppo di Alfio Marchini, e taglio di tutti gli ordini del giorno dichiarati inammissibili. Una procedura quest'ultima, che crea forti proteste da parte delle minoranza, culminate con la polemica a distanza tra Giovanni Quarzo (Forza Italia) e il segretario generale Liborio Iudicello, provocando la presa di posizione di Mirko Coratti: «Ammonire in via preventiva gli uffici ed esercitare pressioni che se anche in buona fede possono condizionare l'autonomia degli uffici stessi, non agevola il lavoro dell'assemblea: è ingeneroso e ingiustificato».