Grecia, agente romano della polstrada fermato al volante di una Ferrari rubata

Grecia, agente romano della polstrada fermato al volante di una Ferrari rubata
di Adelaide Pierucci
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Domenica 25 Ottobre 2015, 03:44 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 08:43
Era stato fermato alla guida di un bolide da duecento mila euro al confine della Grecia con la Turchia. E quando gli era stato chiesto di chi fosse, Sergio M., assistente capo della polizia stradale, aveva risposto con una montagna di frottole: «L'auto non è mia, ma ho con me l'autorizzazione a condurla firmata da un notaio italiano. E' tutto in regola. Facevo un giro insieme a questo mio amico olandese». Gli agenti di Kipia, però, non gli hanno creduto e accertato che il documento era un falso lo avevano trattenuto in caserma e avvisato le autorità italiane.

LA RETE

L'altro giorno per il poliziotto, che secondo l'accusa avrebbe messo mano sulla Ferrari molto probabilmente per piazzarla nel mercato nero straniero, il gip di Roma ha disposto il rinvio a giudizio per appropriazione indebita. Stessa accusa contestata a una manager di quarant'anni, ammministratrice di un fondo immobiliare in zona Prati. La donna, infatti, secondo l'accusa avrebbe fornito l'appoggio all'agente per far sparire la supercar acquistata un anno prima. Con loro siederà sul banco degli imputati anche il titolare di una concessionaria di auto (ormai chiusa) di via Flaminia Vecchia che dopo aver preso in deposito la supercar l'aveva consegnata al poliziotto. Nell'autosalone infatti la Ferrari California color rosso fiammante era sparita ma in cambio era stata trovata una Aston Martin di provenienza furtiva.

L'allarme era scattato nel luglio 2010. La squadra di polizia giudiziaria di Bolzano, impegnata con quella greca e austriaca nel controllo delle frontiere, aveva comunicato al compartimento del Lazio che le autorità greche di Kipia avevano arrestato un agente di polizia italiano residente a Ostia Lido. Era alla guida della Ferrari acquistata da un fondo immobiliare ma di fatto di proprietà ancora della Unicredit Leasing che aveva erogato il credito. Un auto guidata con un titolo falso.



IL TRAFFICO

La Unicredit, avvisata della sparizione dell'auto, aveva presentato denuncia e provato a contattare il fondo romano. L'amministratore non c'è. Risponde un socio che alla richiesta di chiarimenti sulla Ferrari California dice senza tentennare: «E' parcheggiata nel mio garage, in via Cortina d'Ampezzo. Ma non ricordo il civico». Il manager poi richiama e si corregge: «L'ho data in prestito ad un amico, che a sua volta l'ha data in prestito ad un altro amico per fare un giro in centro». Ma la verità era ancora un'altra. L'auto era sparita da un autosalone ed era uscita dall'Italia. La squadra di polizia giudiziaria della Polstrada di Roma, svolti i primi accertamenti, aveva inviato una annotazione a piazzale Clodio: «Come è prassi ben consolidata, la singola esportazione di un veicolo di alta gamma verso l'estero e, in particolare verso la frontiera greco-turca solitamente viene gestita da gruppi criminali operanti sia all'estero che sul territorio nazionale e al riguardo sono in corso accertamenti». Ora per il poliziotto in giro per l'Europa col bolide non suo, il pm Rita Ceraso ha spuntato il rinvio giudizio. Ma la giustizia non ha fretta. Il processo si aprirà nel 2017.