Giubileo, in arrivo il decreto: poteri a Gabrielli e 100 milioni

Giubileo, in arrivo il decreto: poteri a Gabrielli e 100 milioni
di Alberto Gentili
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Domenica 18 Ottobre 2015, 03:49 - Ultimo aggiornamento: 11:00
Al D-day del Campidoglio, quando Ignazio Marino si toglierà definitivamente la fascia tricolore, mancano ancora due settimane. Ma, giorno dopo giorno, si fa più chiaro l'approccio di Matteo Renzi per affrontare il Giubileo e le elezioni di primavera a Roma. Il primo passo, la prossima settimana, sarà dare con un decreto ad hoc super-poteri e un centinaio di milioni in più al prefetto Franco Gabrielli. L'incarico: super-commissario al Giubileo. Il secondo passo sarà la nomina del commissario cui affidare la gestione della città fino al voto previsto tra il 15 maggio e il 15 giugno.



I PAPABILI

Renzi, venerdì, ha detto: «Non metto le mani nelle vicende romane, il commissario lo sceglierà Gabrielli». Una frase che rilancia con forza la candidatura del prefetto Bruno Frattasi. Primo perché Gabrielli conosce bene Frattasi, avendoci lavorato insieme alla stesura del codice degli appalti. Secondo, perché la legge prevede che sia il ministro dell'Interno a indicare il nome del commissario al prefetto.



E Angelino Alfano, in cima alla lista dei papabili, ha scritto proprio il nome di Frattasi: è il suo attuale capo dell'ufficio legislativo, ed è un prefetto che ha guidato la prefettura di Latina ed è stato commissario a Gaeta dopo aver tentato (invano) di ottenere il commissariamento di Fondi. In seconda posizione c'è Paola Basilone, anche lei gradita ad Alfano, attuale prefetto di Torino con alle spalle diverse esperienze nel ruolo di commissario.



Di certo c'è che Frattasi o Basilone saranno affiancati da una squadra di sub-commissari per ogni branca della pubblica amministrazione. Il numero più probabile è otto e tra questi ci dovrebbe essere il magistrato e assessore uscente alla Legalità. Alfonso Sabella.



Renzi, che insieme a Matteo Orfini è determinato a invertire il trend che dà il Pd inesorabilmente sconfitto a Roma e dunque è deciso a «metterci la faccia» per risollevare le sorti della Capitale e del partito, punta però essenzialmente su Gabrielli. Tant'è, che ha parlato di dream team, di «squadra tosta» alle dipendenze del super-prefetto-commissario al Giubileo. Di questa squadra dovrebbero far parte il direttore dell'Expo Marco Rettighieri, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il sovrintendente al Teatro dell'Opera Carlo Fuortes.



Nomi d'eccellenza che dovrebbero riuscire, secondo le speranze del premier e di Orfini, a far dimenticare ai romani la giunta Marino e a ridare smalto alla città, puntando su un netto miglioramento dei trasporti pubblici, pulizia delle strade, viabilità, decoro, sicurezza nei quartieri centrali come in periferia. Non a caso sono già stati stanziati 26 milioni per portare nella Capitale 1.500 militari. E la prossima settimana palazzo Chigi dovrebbe partorire il decreto per trasformare Gabrielli in un vero e proprio super-commissario al Giubileo.



La parte normativa (quella con i poteri rafforzati) sarà affiancata da una nuova iniezione di fondi. Renzi, giovedì, ha parlato di un provvedimento vicino al miliardo di euro. L'importo ieri è stato ridimensionato ma si parla pur sempre di un centinaio di milioni o forse anche qualcosa in più.



Ciò che è sicuro è che il premier non intende gettare la spugna anzitempo. I sondaggi danno i Cinquestelle e il centrodestra in forte vantaggio a Roma, ma Renzi spera di ribaltare le previsioni con il dream-team di Gabrielli e una buona gestione dell'Anno Santo. Non a caso la settimana scorsa a “Che tempo che fa” ha detto che «il Giubileo sarà un successo come l'Expo e i rosiconi se ne dovranno fare una ragione».



C'è poi il nodo delle primarie. In un primo momento il premier e segretario del Pd le aveva escluse in quanto, con il partito romano lacerato e da ricostruire, una competizione sul territorio avrebbe potuto creare ulteriori problemi. Poi Renzi ha detto che il candidato sindaco «lo decideranno i romani». Giorno dopo giorno, si fa sempre più strada l'idea di una consultazione sul “modello Prodi”: prima il Nazareno cercherà e individuerà un «candidato autorevole e di prestigio indiscusso», poi i gazebo serviranno per dare a questa candidatura l'investitura popolare.