Ostia, commozione e tanti vip per l'addio
a Gianni Danieli, schiacciato da un pino

Ostia, commozione e tanti vip per l'addio a Gianni Danieli, schiacciato da un pino
di Mara Azzarelli
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Giovedì 5 Dicembre 2013, 14:22 - Ultimo aggiornamento: 19:10
OSTIA - La tenerezza di quel sacerdote rester per sempre nel cuore di tutti. Per la messa del funerale di Gianni Danieli, schiacciato da un pino sula Colombo, don Pierangelo ha chiamato a fare il chierichetto il figlio di 8 anni del fisioterapista scomparso. E al bimbo, preso dal suo incarico come solo i bimbi sanno fare, il prete si è rivolto spesso, durante la funzione, con grande affetto. Tra loro e i tanti che hanno partecipato alla cerimonia c'era la bara, c'erano le corone di fiori, c'era la volontà di aiutare ad andare avanti chi amava Gianni Danieli.

L’ultimo saluto al motoclista di 41 anni, morto domenica per il crollo di un pino sulla Cristoforo Colombo, è stato quello degli affetti più cari, di tanti conoscenti e di una comunità che si è stretta intorno a quella famiglia in un grande abbraccio nella nuova chiesa di San Tommaso all’Infernetto. Una funzione sobria, commovente e civile. C’è la moglie Giulia. Ci sono i figli, i genitori e tanti amici. Fra questi alcuni personaggi delle spettacolo come Paolo Bonolis, Maria De Filippi, Renato Zero, Rudy Zerbi.

Gianni Danieli era il loro fisioterapista. Se n’è andato troppo presto a causa di un incidente a cui non è possibile dare una spiegazione razionale che plachi il dolore e la rabbia.

Eppure durante la funzione religiosa, fra quelle persone con gli occhi pieni di lacrime, la civiltà prende il sopravvento sulle accuse e

su quella voglia di gridare contro tutto e contro tutti. "Voglio ringraziare anche le autorità che si stanno dimostrando presenti e vicine" dice dal

pulpito il cognato. Fra i banchi, seduti fra amici e parenti ci sono il vicesindaco Luigi Nieri e in rappresentanza del X municipio il vicepresidente Sandro Lorenzatti.

Intorno una comunità che chiede verità e giustizia. Chiede soprattutto strade e città sicure perché quel che è successo a Gianni non succeda mai

più. Tutti sembrano guardarsi ma in realtà tutti guardano soprattutto quel bambino di otto anni che vicino al parroco saluta il suo papà nel modo in cui proprio lui gli aveva insegnato: con la preghiera e con la speranza che un giorno lontano saranno di nuovo insieme. Il tempo si ferma. E’ l’ora del

rispetto e anche dell’esempio, per quel bambino. Nella chiesa dell'Infernetto lo sanno.












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