Gianni Borgna è morto, addio all'ex assessore alla Cultura del comune di Roma con Rutelli e Veltroni

Gianni Borgna
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Giovedì 20 Febbraio 2014, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 14:34

Addio a Gianni Brogna. Il critico musicale, saggista ed ex assessore alla Cultura del comune di Roma ai tempi delle giunte di Francesco Rutelli e Walter Veltroni, 67 anni, è morto a Roma per una malattia.

«Lo piango, dopo averlo accarezzato ancora ieri sera assieme a sua moglie Anna Maria - ha scritto su Twitter Rutelli -. E' stato uno dei più grandi motori di cultura in Italia. Politico, intellettuale, organizzatore-innovatore. Instancabile nella conoscenza, meticoloso nel lavoro, formidabile nella divulgazione. Fraterno amico, mite combattente, protagonista con la mia Giunta - e poi con Veltroni - di realizzazioni senza eguali. Non vive più, ma, come si addice alle personalità più forti e profonde, ci ha lasciato dei doni, delle novità ancora da scoprire».

Borgna si era diplomato al liceo classico Mamiani di Roma e poi laureato in Filosofia alla Sapienza, dove ha insegnato Storia e critica del film.

All'Università di Roma "Tor Vergata" è stato invece docente di Sociologia della musica.

La sua carriera politica lo ha visto consigliere regionale del Lazio dal 1975 al 1985 e poi dal 1993 al 2006 ininterrottamente assessore alla Cultura del comune di Roma. Nel 2006 è stato nominato presidente della Fondazione Musica per Roma, l'ente che gestisce l'auditorium, succedendo a Goffredo Bettini.

«Oggi è un giorno molto triste. Gianni Borgna ha dato tanto a Roma, con la sua cultura e la sua passione politica - dichiara in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti -. È stato per tanti di noi un punto di riferimento con cui confrontarsi e un compagno di tante battaglie, una persona alla quale volere bene e un amico. In anni di profonde trasformazioni, Gianni ha saputo interpretare il bisogno di dare alla vita di questa città un respiro nuovo, più internazionale, più ricco di stimoli, più aperto all’arte e al confronto culturale. Intellettuale raffinato e popolare, Gianni è stato il protagonista di tante scelte decisive per il governo di Roma. Il suo impegno si fondava su un’idea che oggi, e non solo da oggi, sentiamo nostra, e cioè che la cultura non è mai una spesa, e non è neanche un semplice investimento: è un bene primario e indispensabile, la più grande risorsa che abbiamo per rendere più ricca e unita una comunità. Ciao Gianni, grazie per tutto quello che ci hai dato, ci mancherai», conclude Zingaretti.

“L’amico di una vita. Ci siamo conosciuti nel 1971 e da quel momento non è passato giorno senza sentirci”. Così Goffredo Bettini intervenuto a Radio Città Futura ha ricordato il suo amico Gianni Borgna scomparso all’età di 67 anni. “ Ci sentivamo sempre, scambiandoci idee, opinioni e soprattutto ridendo, ridendo, ridendo, perché era una delle persone più simpatiche, inventive, che abbia mai conosciuto. Un vero intellettuale, che ha ricoperto ruoli importanti ricoperti, che – a giudizio di Bettini- non hanno però reso piena giustizia a quello che è stato, alla sua capacità di produrre libri, mostre, film, musical, format televisivi. Poche persone in Italia - ha proseguito- hanno avuto questa sua capacità di avere idee e soprattutto di realizzarle”. Borgna è stato per molti anni assessore alla cultura del Comune di Roma, per Bettini, “il più grande assessore alla cultura, il primo ad aver modernizzato il sistema culturale della città. Un vulcano di idee, vorace di vita e mi ha molto addolorato, due giorni fa quando sono andato a trovarlo in ospedale, trovarlo semi-incosciente. E’ stato – ha detto ancora - soprattutto un vero comunista, rimasto tale fino all’ultimo giorno. Ha sempre rivendicato questa sua origine – ha ricordato Bettini - lui amava il PCI e l’Italia del PCI: quella dei comizi di Togliatti, che andava a seguire da ragazzo e quella dei giovani di allora, del Mamiani, la sua scuola. A queste origini è sempre rimasto legato, in maniera direi perfino fanciullesca”.

Come guardava al PD, a questa fase? “Non gli piaceva questa fase del PD. La seguiva, si era iscritto, ma era abissalmente lontano. Rispetto a me esprimeva una maggiore radicalità e su questo c’era una affettuosa discussione”.

Ed infine la passione per la musica italiana e per Sanremo: “lui amava molto Sanremo, ma in un modo strano, tutto suo. Amava la canzone d’autore: Luigi Tenco, Gino Paoli, Umberto Bindi. Quest’ultimo, soprattutto, che considerava bistrattato. La sua canzone preferita era proprio una canzone di Bindi, “ Il nostro concerto” .

La camera ardente di Gianni Borgna, che domani verrà allestita in Campidoglio nella sala della Protomoteca, aprirà alle 11.