La Gdf sequestra beni a Diotallevi, storico capo della banda della Magliana

La Gdf sequestra beni a Diotallevi, storico capo della banda della Magliana
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Sabato 27 Settembre 2014, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 17:19
I finanzieri del comando Provinciale di Roma hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione, emesso dal presidente del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Ernesto Diotallevi, uno dei capi storici della banda della Magliana, e dei suoi prestanome.



Sequestrato il 100% del capitale sociale e relative quote societarie della Immobiliare del molo Srl, con sede a Olbia, in località Porto Rotondo che svolgeva l'attività di mediazione immobiliare e un'abitazione di Olbia nel complesso immobiliare Villaggio Porto Rotondo, per un valore complessivo di stima pari a circa 255mila euro.



Dagli accertamenti economico-patrimoniali eseguiti dalle fiamme gialle del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma Ernesto Diotallevi è risultato a capo di una insidiosa realtà economico criminale, caratterizzata dall'illecita accumulazione di utilità in valore sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente dichiarati. Nei suoi confronti la Gdf e i Carabinieri del Ros di Roma hanno già eseguito infatti, alla fine del 2013, ben tre decreti di sequestro, cautelando beni mobili e immobili, società e quote societarie per oltre 25 milioni di euro



In merito al sequestro di oggi la Gdf sottolinea che Ernesto Diotallevi, uno dei leader storici della Banda della Magliana, consorteria nata e attiva a Roma, giunta, nel corso del tempo, a disporre di un tale grado di potenza offensiva da permettersi di spadroneggiare nel territorio della Capitale e del Lazio, ha dimostrato «una particolare passione e predilezione per le note località balneari della Sardegna».
Già in passato, infatti, a Diotallevi erano state sequestrate ben 35 unità abitative di pregio e valore, tutte ad Olbia, opportunamente nascoste in una società immobiliare di Rimini, intestata, secondo l'ipotesi d'accusa, a prestanome, nonché una prestigiosa villa nell'esclusiva Isola del Cavallo (Corsica). L'operazione di oggi, spiega la Gdf, «testimonia ancora una volta, quindi, come la caratura criminale di un soggetto trovi spesso diretta espressione nel reinvestimento degli illeciti proventi accumulati in beni immobili di rilevante valore e pregio, strategia resa possibile anche grazie alla schermatura offerta da insospettabili imprenditori».
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