Gay Village, su Facebook fotomontaggio choc con Hitler e Mussolini condiviso anche da un vigile

Gay Village, su Facebook fotomontaggio choc con Hitler e Mussolini condiviso anche da un vigile
di Marco Pasqua
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Venerdì 27 Giugno 2014, 14:52 - Ultimo aggiornamento: 18:44
Poche ore prima dell'assalto alla sede dell'associazione D Gay Project, da parte di un gruppo di una decina di omofobi, su Facebook ha iniziato a circolare un fotomontaggio choc, condivisa anche da un vigile urbano. Un'immagine dell'ingresso del campo di sterminio di Auschwitz con, al posto della tristemente nota "Arbeit macht Frei" ("il lavoro rende liberi"), la scritta "Gay Village". Davanti, le immagini di Hitler e Mussolini sorridenti e la scritta: "Dici che ce cascano?". La didascalia di questa composizione oltraggiosa, che offende la memoria delle milioni di persone che qui hanno trovato la morte dopo atroci sofferenze e torture (ebrei, omosessuali, rom, testimoni di Geova), recita: "Treni speciali".



Il fotomontaggio è apparso su una pagina di neofascisti e ha avuto in tre giorni oltre 100 condivisioni. Non mancano i commenti di plauso anche se qualcuno attacca, segnalando a Facebook, gli autori dell'ennesima offesa alla Shoah.



IL VIGILE

Tra le persone che lo hanno condiviso c'è anche P.D.A., un vigile urbano che, tra le sue foto, oltre a quelle che lo ritraggono in divisa e sulla moto, esibisce il logo di CasaPound e alcune immagini di Mussolini. Per questo, il circolo di Roma di Gaynet, tramite il presidente, Rosario Coco, ha presentato un esposto al comando dei vigili Urbani insieme al Circolo Mario Mieli e ad altre associazioni. GayNet chiede «che il Consiglio Comunale adotti seri provvedimenti nei confronti di questo vigile, che si trova a rappresentare le Istituzioni e a garantire tutti i cittadini».



LA SANZIONE

In serata, Imma Battaglia, consigliera comunale di Sel, ha reso noto che il comandante della municipale, Raffaele Clemente, e il vice-sindaco, Luigi Nieri, presa visione della pagina Facebook del vigile «sono immediatamente intervenuti e hanno irrorato una sanzione disciplinare». La pagina Facebook, che prima era pubblica, ora è stata resa privata.

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