Roma festeggia i 20 anni del Gay pride, Marino apre il corteo: «Presto a Roma le unioni civili»

Il sindaco Marino al Roma Pride (Foto Cecilia Fabiano - Toiati)
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Sabato 7 Giugno 2014, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 14:38

Roma celebra i primi vent'anni del Gay Pride e lo fa in grande stile, con una sfilata che attraversa il centro della capitale tra colori e bandiere arcobaleno. Ad aprire la manifestazione è stato il sindaco Ignazio Marino, che lo scorso anno - nel suo primo weekend da primo cittadino - declinò l'invito delle associazioni per «impegni familiari». Oltre a lui, presenti alla manifestazione anche il eader di Sel Nichi Vendola e Vladimir Luxuria.

«Subito dopo il voto sul bilancio calendarizzeremo in Consiglio comunale la delibera sulle unioni civili, ma non è sufficiente.

Dobbiamo spingere sul Parlamento affinchè l'Italia superi questa vergogna di essere rimasta indietro rispetto al resto dell'Unione Europea», ha detto Marino, che aveva preso l'impegno di istituire a Roma il registro delle Unioni Civili già in campagna elettorale ma per una serie di ritardi e polemiche anche all'interno delle forze della maggioranza che lo sostiene la delibera non è ancora approdata al voto dell'assemblea capitolina.

«Stiamo facendo un lavoro legale per vedere se dal punto di vista giuridico è possibile trascrivere i matrimoni (tra persone dello stesso, ndr) celebrati in altri paesi dell'Unione europea», ha continuato.

A chi gli chiedeva poi come sia lui il primo sindaco di Roma a partecipare a un Pride dopo Francesco Rutelli ha osservato: «Io non faccio altro che testimoniare quello che penso. Io penso che debba essere rispettato l'amore e l'affetto di tutte le persone e credo che sia davvero un'onta per il nostro Paese essere rimasto così indietro rispetto al resto del Continente europeo. Ma credo che con tutta la forza e l'energia di questa grande festa riusciremo a portare l'Italia ad avere per tutti gli stessi diritti».

Parole che fanno eco a quelle pronunciate dallo stesso Marino prima del Roma Pride: «Non ci devono essere diritti speciali per qualcuno. Il valore che unisce tutti gli esseri umani è l'amore che deve fare premio su qualunque altra cosa».

È la seconda volta che un sindaco prende parte al Pride, da quando Francesco Rutelli partecipò all'edizione inaugurale del 1994.

Nichi Vendola, proprio in vista della kermesse, si è impegnato in prima persona facendosi fotografare con il suo compagno per lo spot a favore dei diritti degli omosessuali. Ed oggi il Coordinamento ha lanciato un video per ricordare al premier Matteo Renzi «gli impegni presi con la comunità Lgbtqi durante le primarie del Partito Democratico e subito prima di sostituire al governo Enrico Letta». #matteometticilafaccia l'hashtag lanciato dagli attivisti che rilanciano lo slogan «Adesso fuori i diritti».

«Mettici la faccia». Questo lo slogan che accompagna il Gay Pride per le strade del centro storico. I manifestanti si sono ritrovati alle 16:30 in piazza della Repubblica per arrivare largo Corrado Ricci, nel cuore dei Fori Imperiali, attraverso via Cavour, via Merulana, via Labicana e piazza del Colosseo. Ad aprire il corteo è stato proprio il sindaco Marino, affiancato dai 15 presidenti dei Municipi, tanti quanti i carri che coloreranno la festa omosessuale.

Tra organizzatori e Campidoglio sembra dunque essere tornato il sereno dopo il rifiuto del sindaco Marino a partecipare all'edizione dello scorso anno. Un rifiuto indigesto, al quale seguì comunque una lettera del primo cittadino nella quale esprimeva «sincera vicinanza» a tutti coloro che si apprestavano a sfilare nel nome dei diritti e di quella libertà di amare che è propria di ciascun individuo.

In piazza anche rappresentanti del circolo Mario Mieli, da sempre in prima fila per i diritti gay, ma anche del Muccassassina che sfilerà con pezzi di puzzle a simboleggiare «la forza dell'unione con l'obiettivo comune della costruzione di una società più giusta e ricca per tutti».

«Siamo in circa 200 mila, il doppio dello scorso anno. Sappiamo che è un momento storico. Io penso che ci sia una grande gioia di avere il sindaco Marino». Lo ha detto il portavoce del Roma Pride Andrea Maccarrone durante la parata in corso nel centro della Capitale.

A chi gli ha chiesto dei due manifestanti che hanno urlato al sindaco Marino «buffone» per non aver ancora varato il registro delle Unioni civili il portavoce del Roma Pride Andrea Maccarrone ha risposto: «Credo per la delibera delle unioni civili, che ora deve essere approvata. Oggi il sindaco ci ha messo la faccia davanti a centinaia di migliaia di persone, davanti a tutta la città. Adesso si deve fare». Un'altra attivista dei diritti Lgbt Imma Battaglia, anche consigliera comunale Sel, gli fa eco: «È la prima volta nella storia dal 1994 che in sindaco è presente con tutti i presidenti dei municipi e sta marciando insieme al corteo».