Picchiato perché gay a Roma: «Ero a terra fermo per la paura»

Picchiato perché gay a Roma: «Ero a terra fermo per la paura»
di Raffaella Troili
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Venerdì 20 Dicembre 2013, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 14:09
Il tempo di incrociare un passante sul marciapiede di via Pietro Micca, poi quei colpi alle spalle, come una furia, fino a farlo cadere a terra. Un ventenne romano è stato aggredito giovedì 12 dicembre alle 19,30 perché gay. Lo studente universitario rientrava a casa, dalle parti di Porta Maggiore, era stato a trovare dei familiari. «Si è avvicinato, mi ha superato e mi ha colpito da dietro - racconta - pugni, spinte, sono caduto a terra e sono rimasto immobile per paura che continuasse a prendersela con me». L’uomo, sui trentanni, gridava «frocio» e non si fermava. La vittima, con gli occhiali rotti e varie contusioni, è riuscito ad alzarsi e fuggire, dirigendosi inseguito dall’aggressore verso un posto di polizia.



«Ricordo una sagoma ma non penso di conoscere quella persona - ancora il giovane scioccato - mi ha colpito e insultato pesantemente, la sera non si può più uscire, Roma non è una città sicura per noi gay».

Il ragazzo ha sporto denuncia il giorno dopo nel commissariato di via Petrarca e raccontato l’accaduto alla linea verde anti omofobia Gay Help Line (800.713.713) che gli ha garantito l’assistenza legale. Medicato in Pronto soccorso è stato giudicato guaribile in 5 giorni. Ma è ancora sotto choc. «Anche nell’istituto tecnico che frequentavo prima dell’università sono stato vittima di episodi di bullismo», ricorda. Gli avvocati Mario Miano e Michelina Stefania hanno fatto richiesta di sequestro delle immagini rilevate dalle telecamere degli esercenti della zona.



I DATI

Oltre 50 le aggressioni omofobe a Roma nel 2013. Il dato è rilevato dal Gay Center, che sottolinea come poche di queste aggressioni sono poi oggetto di denuncia. Oltre 100 i casi di bullismo nella capitale e almeno 7 i casi di suicidio o tentato suicidio, di cui solo 4 noti alle cronache. Gay Help Line ha ricevuto da tutta Italia oltre 20 mila contatti per richiesta di sostegno di vario tipo. «Sul contrasto all'omofobia - dice Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center - c'è bisogno di un maggiore intervento delle Istituzioni, che supporti anche l'azione di volontari e associazioni. Su questo chiediamo un incontro con il sindaco Marino e l'assessore Cattoi. A Roma non possiamo depotenziare gli strumenti esistenti ma al contrario vanno sostenuti. Il problema poi è che manca una legge a livello nazionale, così è difficilissimo perseguire certi reati».