Roma, ai Fori è caos ambulanti: slalom del sindaco Marino in mezzo agli abusivi

Roma, ai Fori è caos ambulanti: slalom del sindaco Marino in mezzo agli abusivi
di Simone Canettieri
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Lunedì 4 Maggio 2015, 06:39 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 09:16

Fori Imperiali, domenica tropicale, festa di Emergency. I turisti sciamano sotto i colpi del sole, da piazza Venezia al Colosseo, e viceversa. Nella mischia, la solita fauna di venditori abusivi. Tanti, tantissimi, troppi. Impossibili contarli: 43 in cento metri, a voler essere pignoli. Con una new entry che va a ruba: i cappellini di paglia, tipo Panama. Il resto sono bastoncini per i selfie, libri sulla cultura africana, palline appiccicose, rose plasticose, mini macchine per cucire, lettere adesive in cinese, collane e poi il solito repertorio di occhiali da sole, magliette, croste fatte passare come cartoline dell'Urbe.

Ci sono i mimi abusivi che imperterriti non vogliono lasciare il metro quadro di sollievo agli artisti di strada accreditati da Emergency.

Inizia la breve e garbata trattativa. «Dai, spostati più in là, sta arrivando anche il sindaco». E Ignazio Marino alle 15.30, camicia e pullover - che poi si toglierà - si materializza ai Fori. L'ambiente gli piace, dice aver chiamato «l'amico» Gino Strada un paio di giorni fa. Sono strette di mano e selfie, con la promessa che feste così - artisti di strada, musica e informazioni sulle attività dell'associazione - «devono ripetersi almeno due volte all'anno». Ecco Marino, insomma.

LA VISITA

Scende da San Pietro in Carcere e subito la scorta allontana un ragazzo che forse gli vorrebbe vendere un paio di volumi «eco-no-mi-ci» su Roma. Quando si muove il sindaco c'è sempre un certo codazzo: addetta stampa, staff e scorta minimal. Più cronisti e fotografi. L'effetto è quello di una bolla che cammina su e giù per i Fori. Il sindaco (e tutta la compagnia) si trova a fare lo slalom tra gli abusivi. Che forse lo riconoscono o forse no. Ma nel dubbio capiscono che è meglio mettersi un po' fuori dalle inquadrature. E allora, all'ombra dell'ultimo sole poteva mancare anche il centurione romano-rumeno ubriaco che caracolla sullo sfondo? No, certo che no.

In questo circo a cielo aperto, tutti hanno cittadinanza. Tranne i vigili urbani in divisa. Che dovrebbero fare da deterrente invece non se ne conta nemmeno uno. Marino passeggia e si gode «questa bellezza». In molti lo fermano, gli fanno i complimenti per la pedonalizzazione, solo un ciclista polemizza un po', ma è sulle «tasse per la casa troppe alte».

La bolla di cronisti-fotografi e staff segue Marino passo passo tra la folla. Dentro alla quale si mischiano alla perfezione gli ambulanti che fanno e risfanno la tela delle mercanzie per terra. È tutto molto normale, per essere ormai così surreale. Il suk a cielo aperto non fa quasi più notizia. Bisogna quindi fermarsi sui particolari. I bengalesi con gli occhi tristi che aspettano il via libera. I ragazzi arrivati dall'Africa che si ristorano - c'è una donna che passa loro i vettovagliamenti - prima di ributtarsi nella guerra. E si riparte. Turisti placcati, romani molto sbrigativi, operatori di Emergency molto comprensivi («Anche loro devono lavorare»). Il sindaco passeggia. Sale sul palco. Discorso contro chi vuole bombardare i barconi dei migranti: «Mai!». Una piccola folla - de sinistra - applaude. Sullo sfondo riecco il centurione. Spunta anche l'illusionista-fachiro. Prima di risalire in Campidoglio, il sindaco si affaccia sui Fori. Sguardo estasiato: «Bellissimi». E tutti questi ambulanti? «Sono un problema per il decoro e per l'economia: con il prefetto affronteremo il problema. Il nostro obiettivo è azzerarli». Sotto, gli affari proseguono.