Alitalia: «Lo scalo non va, andremo via». Adr: «Non è giusto, stiamo investendo»

Alitalia: «Lo scalo non va, andremo via». Adr: «Non è giusto, stiamo investendo»
di Umberto Mancini
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Giovedì 30 Luglio 2015, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 16:32
ROMA - Estate bollente per l'aeroporto di Fiumicino. A rendere il clima ancora più infuocato non sono stati l'ennesimo sciopero a sorpresa dell'Anpac o il rogo di ieri pomeriggio che ha paralizzato i voli, ma un duro botta e risposta, con scambio di accuse reciproche, tra Adr, che gestisce lo scalo romano, e Alitalia che fa o vorrebbe fare dell'hub il suo punto di forza. Ebbene, proprio quest'ultima ha minacciato di abbandonare l'aeroporto capitolino che - a giudizio dell'ad Silvano Cassano - dopo l'incendio del Terminal 3 «non è tornato ad una operatività convincente». Il manager, forse in maniera un po' provocatoria, parla esplicitamente di una «infrastruttura non ancora adeguata a fungere da hub di Alitalia».

E per rendere più incandescente una giornata già pesante, fa capire che la compagnia chiederà 80 milioni di danni ad Adr, proprio in conseguenza dell'incendio al Molo 3. Una richiesta di risarcimento record. Molto lontana comunque dalla stima delle Generali (la compagnia triestina è il principale assicuratore di Adr) per la quale il danno raggiunge solo 20 milioni. Cassano, che secondo alcune fonti avrebbe rilasciato queste dichiarazioni senza essersi consultato con il presidente Luca Cordero di Montezemolo, contesta anche i ritardi nella riconsegna dei bagagli, le lunghe file ai controlli di sicurezza e a quelle dei passaporti. Perché, spiega «la recente riapertura del Terminal 3 ha decretato la fine della fase di emergenza ma non la fine di numerosi problemi e limitazioni che hanno ancora pesanti effetti sulle operazioni aeroportuali».



LA REAZIONE

Immediata la replica di Adr che ha respinto al mittente tutte le accuse. «Non intendiamo commentare - spiega una nota - le cifre fornite da Alitalia e la fondatezza delle stesse circa eventuali danni subiti per effetto dell'incendio». Tra l'altro, si aggiunge nella nota, sono ancora in corso, da parte della Procura competente, le indagini per la definizione delle eventuali responsabilità dell'incendio.



Quanto agli investimenti che vanno a rilento e alle accuse di non aver accelerato i tempi dopo l'emergenza, Adr replica che il piano d'investimenti da 11 miliardi sta marciando e che «è stato possibile avviarlo solo nel 2013 in seguito all'approvazione del contratto di programma, dopo oltre 10 anni di limbo causato dall'assenza del contratto».



Ma al di là dei commenti ufficiali, da Adr trapela molta sorpresa per l'attacco sferrato da Cassano. Visto che, fanno notare, è interesse comune lavorare insieme per lo sviluppo dell'hub e per supportare l'alleanza con Etihad che ha salvato la compagnia tricolore dal fallimento.



Un nervosismo - secondo i rumor raccolti nella serata di ieri - che sarebbe in qualche modo legato ai conti della compagnia che non sarebbero in linea con il piano messo a punto insieme agli arabi. Rumor che però Alitalia smentisce con decisione.



BOTTA E RISPOSTA

Adr ricorda poi che negli ultimi tre mesi la crescita del sistema aeroportuale romano è stata del 5,6%, nonostante gli effetti dell'incendio, e che oggi l'aeroporto di Fiumicino è in una situazione di piena ed efficiente operatività con punte giornaliere di oltre 140 mila passeggeri (+7,3% nell'ultima settimana). L'ad Cassano replica invece che «se Fiumicino continuerà a puntare su compagnie low cost e servizi mediocri, Alitalia sarà costretta a spostare la sua crescita altrove». La morale è che questa guerra di posizione rischia di fare male ad entrambi.