Donna decapitata, la sorella del killer:
«Perdono gli agenti che l'hanno ucciso»

Donna decapitata, la sorella del killer: «Perdono gli agenti che l'hanno ucciso»
di Michela Allegri e Sara Menafra
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Mercoledì 27 Agosto 2014, 10:23
Due colpi di arma da fuoco, di cui uno mortale, dritto al cuore.



Di fronte alla furia omicida di Federico Leonelli, il trentacinquenne che la scorsa domenica ha ucciso, decapitandola, una domestica ucraina in una villetta in via Birmania, all'Eur, gli agenti di polizia accorsi sul posto hanno aperto il fuoco con due armi diverse, anche se solo uno è stato il colpo mortale. E' quanto emerge dai primi risultati dell'autopsia che si è svolta ieri all'istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata, diretto dal professor Giovanni Arcudi. Ma le dinamiche della vicenda sono ancora da chiarire: stando ad un primo racconto degli agenti, l'omicida dopo i colpi di arma da fuoco sarebbe riuscito a raggiungere la sua automobile, accasciandosi poi all'interno dell'abitacolo. «Aspettiamo la perizia balistica e la conclusione di tutti gli accertamenti - spiega l’avvocato Tiziana Roma, che assiste il padre di Leonelli, ex generale della Finanza - ma leggendo le cronache mi chiedo come sia possibile che un uomo colpito al cuore abbia avuto la forza e il tempo di entrare nella macchina. Se era già all’interno dell’abitacolo, forse non era necessario sparargli un colpo mortale come quello».



Le risposte potrebbero arrivare già nei prossimi giorni, e potrebbero essere contenute nei filmati delle nove telecamere di videosorveglianza della villa, già acquisiti dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal pm Luigi Fede che hanno disposto anche una perizia balistica e una tossicologica per sapere se Leonelli facesse ancora uso di psicofarmaci o di altre sostanze, sebbene lo psichiatra che lo aveva in cura gli avesse consigliato di interrompere la somministrazione.



«UN CORPO STRAZIATO»

Gli accertamenti autoptici sul corpo della vittima, Oksana Martseniuk, 38 anni, ucraina, invece, sono previsti per questo pomeriggio. Ma un primo esame oggettivo del cadavere è bastato per far dichiarare al professor Arcudi di essere rimasto sconvolto: «Non ho mai visto una cosa del genere, sono rimasto impressionato dallo strazio subito da questa donna». Leonelli avrebbe massacrato la trentottenne all'esterno della villa, per poi trascinarla nel monolocale seminterrato in cui lui abitava. Lì, l’avrebbe decapitata. La donna, un giorno prima dell'omicidio, aveva inviato due messaggi al padrone di casa, Giovanni Ciallella, che si trovava all'estero, confidandogli che Leonelli la spaventava e che maneggiava spesso coltelli. La Procura indagherà anche sulla provenienza delle armi: a quanto sembra, il killer le avrebbe acquistate insieme ad alcune divise militari su un sito internet israeliano. Ciallella, poi, sentito dagli inquirenti, avrebbe raccontato di aver ospitato Leonelli, che aveva conosciuto per motivi di lavoro, offrendogli di occupare il seminterrato.



LA SORELLA IN PROCURA

Per questa mattina, i pm hanno riconvocato in procura anche la sorella di Leonelli, Laura, assistita dall’avvocato Giuseppina Tenga. «Il mio primo pensiero va alla vittima di questa tragedia. Per mio fratello provo sconcerto, imbarazzo e pena». La donna ha aggiunto di aver perdonato tutte le persone «coinvolte nella morte di Federico, nel caso in cui avessero sbagliato».

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