Eterologa, ecco il piano della Regione. Vietata dopo i 43 anni, ticket meno cari

Eterologa, ecco il piano della Regione. Vietata dopo i 43 anni, ticket meno cari
di Simone Canettieri
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Martedì 16 Settembre 2014, 01:22
L’et massima per la donna ricevente sar 43 anni, come indicano le linee guida nazionali.

L’operazione sarà effettuata, all’inizio, in tre strutture pubbliche della Capitale (Sant’Anna, San Filippo e Pertini) e in altrettante private. E poi c’è il ticket sul quale la giunta Zingaretti molto probabilmente prenderà ancora qualche giorno di tempo, nonostante l’appuntamento di oggi. In mattina, infatti, l’esecutivo regionale di Zingaretti darà il via libera alla fecondazione eterologa anche nel Lazio.



Ci sono dunque da capire i costi: dopo la riunione di ieri sera della cabina di regia che sta lavorando al caso, sotto la guida di Alessio D’Amato, tramonta la possibilità che il servizio costi 1.800 euro. Un’indiscrezione trapelata in queste ore. «Troppo». L’indicazione-obiettivo di Zingaretti è di avvicinare il ”prezzo” ai 500 euro della Toscana. Ma in mezzo c’è il solito problema: il Lazio, in materia di sanità, è sotto tutela. Il commissariamento del Governo non lascia la mano libera quando si parla di conti e prestazioni. Allo stesso tempo è obbligatorio trovare il modo per scongiurare un ticket di quasi duemila euro. Altrimenti l’eterologa nel Lazio non partirebbe mai come si deve, con le coppie desiderose di avere figli alle prese con il turismo sanitario nelle regioni limitrofe (ieri è arrivato il sì gratuito dell’Umbria).



Ecco perché si sta lavorando, bilanci alla mano, a una soluzione che «si avvicini il più possibile ai 500 euro toscani», ragionavano ieri sera in Regione. Arrivando a prospettare un forbice di massimo 800 euro. Mille se ci fossero obiezioni da parte del Mef. Anche se gli ultimi conti, quelli definitivi, avverranno solo nelle prossime ore. Anche perché sempre in mattinata, la conferenza Stato-Regioni sarà al lavoro per cercare di uniformare il più possibile il ticket in tutta Italia, proprio per evitare pellegrinaggi di aspiranti genitori in giro per il Paese. Fatte salve le località dove il servizio non si paga: in Umbria, appunto, e in Emilia Romagna. Centri, questi ultimi, molto vicini a Roma. Ecco perché, per promuovere il servizio, il Lazio deve essere in qualche modo competitivo con le altre regioni, quantomeno quelle limitrofe.



Visto che ieri sera la questione del ticket non era stata ancora messa nero su bianco è stato deciso che, dopo il sì della giunta all’eterologa non ci sarà una conferenza stampa, ma un comunicato molto tecnico. Segno che la questione dei soldi rimane di primaria importanza per far partire anche nel Lazio, quello che Zingaretti ha chiamato «un atto importantissimo per colmare un grave ritardo».
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