Esplosione al Tuscolano: nessun furto, ma spunta l’ipotesi della vendetta

Esplosione al Tuscolano: nessun furto, ma spunta l’ipotesi della vendetta
di Michela Allegri
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Martedì 29 Luglio 2014, 08:44
​Sono tre le ipotesi di reato su cui sta indagando la Dda di Roma, a due giorni di distanza dall'esplosione: tentato furto, lesioni colpose e incendio doloso. L'inchiesta del pm Margherita Pinto e del procuratore aggiunto Michele Prestipino è alle battute iniziali, ma alcuni dati certi sembrano esserci già: qualcuno si sarebbe introdotto nel locale, forse con l'intento di saccheggiare le slot machine ricolme di soldi o, forse, con l'obiettivo di spaventare. Basta questo sospetto per fare aleggiare sulla vicenda l'ombra di un vero e proprio racket, considerando il fatto che la zona è già stata attenzionata dalla magistratura per episodi di criminalità spesso culminati in ritorsioni agli esercizi commerciali. I proprietari del locale hanno dichiarato di non avere nemici. Ma, lo scorso anno, le serrande del bar "Tati" erano già state divelte in piena notte, e un gruppo di ladri rimasti ignoti aveva scassinato le macchinette slot, rubando l'incasso. In quell'occasione era stato disattivato l'impianto elettrico. Due giorni fa, potrebbe essersi ripetuto lo stesso copione, arricchito però da un imprevisto: un corto circuito potrebbe aver scatenato l'incendio e di conseguenza l'esplosione. Chi si è introdotto all'interno del locale, questa volta non ha rubato nemmeno un centesimo. E si tratta di un dettaglio che, se venisse esclusa l'ipotesi del furto, sembrerebbe avallare quella della vendetta.
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