Mafia Capitale, Emanuela: la brigatista-attrice che custodiva i segreti del re delle coop

Mafia Capitale, Emanuela: la brigatista-attrice che custodiva i segreti del re delle coop
di Silvia Barocci
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Domenica 21 Dicembre 2014, 06:06 - Ultimo aggiornamento: 11:08
Nel ”mondo di mezzo” di Mafia Capitale tutti sono in affari con tutti: «'ndranghetisti, camorristi...brigatisi». Non ci sono appartenenze mafiose o trascorsi terroristici che facciano la differenza per Salvatore Buzzi e il suo regno delle cooperative.

Quegli uffici in Via Pomona, divenuti centri di smistamento di bustarelle e crocevia di contabilità parallele, erano obiettivi così ”sensibili” che l'ex Nar Massimo Carminati aveva pensato bene di isolarli dalle microspie piazzate dagli inquirenti con un jammer. Dispositivo attivato spesso e volentieri quando nella stanza delle decisioni e delle spartizioni era presente Emanuela Bugitti. E' lei la più stretta collaboratrice di Buzzi: vicepresidente di Formula Consorzio, amministratore unico della Sarim Immobiliare srl, procuratore della società cooperativa 29 giugno, presidente del cda 29 giugno servizi sr. E' lei che 34 anni fa aveva assicurato covo e armi alla colonna brigatista veneta ”Cecilia Ludman” che uccise il vicecapo della Digos Alfredo Albanese e il direttore del petrolchimico di Marghera Sergio Gozi. Era il 1980 e la ventiseienne ragioniera Bugitti, figlia di contadini di Remanzacco, aveva ingannato tutti con quel viso da brava ragazza dagli occhi blu: terminato il lavoro in fabbrica trovava mille scuse per non rientrare a casa e andare dormire a Jesolo o a Udine. Lì incontrava i compagni brigatisti. Quando la presero, nel maggio del 1980, aveva sul tavolo tre pistole col colpo in canna e stava battendo a macchina la ”scheda” su un politico veneto, possibile obiettivo da colpire.



IL PROCESSO E IL CARCERE

Evita l'ergastolo perché, a differenza di Marco Fasoli, Nadia Ponti, Marinella Ventura e Vincenzo Guagliardo, non aveva partecipato ai due omicidi. Viene comunque condannata a 19 anni e mezzo per banda armata con finalità di terrorismo e possesso di armi, pena poi ridotta in appello a 15 anni. E' nel carcere romano di Rebibbia che la Bugitti incontra Buzzi, impiegato di banca condannato per aver ucciso con 34 coltellate il complice che lo aveva ricattato sull'incasso di assegni falsi. Lui, detenuto modello, primo laureato dietro le sbarre con 110 e lode, riceve la grazia da Oscar Luigi Scalfaro dopo aver fondato, nel 1983, la cooperativa 29 giugno. Emanuela segue le sue orme: organizza spettacoli teatrali e convegni in carcere. Poi, con 18 mesi di liberazione anticipata, quel progetto esce dal carcere e si trasforma in business. Tentacolare. Per mettere le mani su appalti e soldi pubblici. Un non-compagno, quale può essere per un ex brigatista l'ex Nar Massimo Carminati, diventa socio e stratega negli affari della ”29 giugno”.



GLI AFFARI

E' con la Bugitti che Buzzi, il 17 gennaio scorso, si confronta sui lotti che sarebbe stato conveniente «andare a chiedere» per il bando di gara Ama sulla raccolta del multimateriale. L'ex brigatista è presente anche alla riunione del 28 marzo, quando le microspie dei Ros intercettano l'affare da 800mila euro ”più iva” che il Comune ha destinato per il verde pubblico alle cooperative, grazie all'intervento di Claudio Turella, funzionario del servizio giardini di Roma Capitale. In quell'occasione Buzzi rivela: «50mila euro a Gramazio, cioè glieli ha dati Massimo (Carminati, ndr) e Massimo sta a metà con noi». L'onnipresente Emanuela sa anche quali sono le altre tariffe fissate da Buzzi: «Luca Odevaine piglia 5mila euro al mese da tre anni! Mario Schina piglia 2mila euro al mese da tre anni e glieli abbiamo dati in tempi di pace e di guerra».



IL NOBEL

L'altro giorno il Tribunale del Riesame ha fatto uscire dal carcere la Bugitti, ora ai domiciliari in un appartamento a due passi da Piazza Navona. Di cose da spiegare agli inquirenti ne avrà ancora molte. Una su tutte: il senso di un sms inviato il 29 giugno scorso a Buzzi, in occasione dell'anniversario della fondazione del cooperativa: «Ti candidiamo al Nobel sezione ”se po fa” sottosezione ”29 ladroni” premio ”sòla allo Stato”». Il Nobel del ”mondo di mezzo”.