Edoardo Bianchi: «Appalti, sì alla trasparenza ma non servono leggi-spot»

Edoardo Bianchi: «Appalti, sì alla trasparenza ma non servono leggi-spot»
di Simone Canettieri
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Sabato 24 Gennaio 2015, 06:02 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 11:45
Edoardo Bianchi, presidente di Acer, il nuovo codice degli appalti varato dal Comune, piace all'associazione dei costruttori edili romani?



«Siamo assolutamente d'accordo con i principi ispiratori della direttiva - dice il presidente dell'Acer - che sono quelli di adottare una tempestiva programmazione dei lavori al fine di evitare procedure emergenziali, limitare al massimo gli affidamenti senza gara e rendere pubblici tutti gli atti adottati dall'Amministrazione qualunque sia il sistema di affidamento utilizzato».







Sta per dire un però.

«Bene trasparenza e la lotta alla corruzione. Auspichiamo però un loro uso equilibrato e non demagogico».



La direttiva nasce sotto la spinta dell'inchiesta di Mafia Capitale, c'è il rischio che sia uno spot?

«Sì, perché questi principi sono già contemplati dalla normativa vigente e che forse in alcuni casi fin qui sono stati disattesi: l'auspicio è che la direttiva rappresenti lo strumento idoneo a dare loro finalmente piena attuazione».



Sta dicendo che il sindaco Marino e l'assessore Sabella non hanno detto nulla di rivoluzionario?

«A questi principi, quelli della nuova normativa, l'Acer si è sempre ispirata, dotandosi anche di un codice etico come strumento regolare dei comportamenti delle imprese a noi associati e di chi ricopre cariche all'interno dell'associazione. E proprio questi principi di trasparenza hanno costituito il fondamento della segnalazione che l'anno scorso l'Acer ha effettuato all'Autorità anticorruzione di Cantone. Mi riferisco in particolare alle perplessità da noi sollevate sulla gestione delle manutenzioni stradali effettuate nel 2014 con ripetute proroghe di vecchi contratti e, da ultimo, con affidamenti mediante procedura negoziata. Siamo in attesa delle risultanze».



In poche parole sta dicendo che basterebbe far rispettare le norme previste dal Codice dei contratti?

«Diciamo così: condividiamo che il Comune abbia voluto richiamare a se stesso l'obbligo del rispetto dei tempi previsti dal codice dei contratti per lo svolgimento delle varie fasi in cui si articola la procedura di gara. In diverse occasioni abbiamo avuto modo di segnalare le lungaggini che determinano il mancato inizio di lavori».



Tra le novità importanti ci sono però l'addio alle procedure di somma urgenza e agli affidamenti diretti. Un passo in avanti, notevole, non trova Bianchi?

«Certo, siamo assolutamente favorevoli all'introduzione delle nuove modalità di gestione delle somme urgenze e delle procedure negoziate, che finalmente vengono caratterizzate come strumenti residuali di affidamento dei lavori pubblici. Obbligo puntuale di motivazione, pubblicità integrale dell'affidamento e istituzione di elenchi di imprese gestiti tramite sorteggio a rotazione degli inviti sono principi che da sempre abbiano auspicato e che ora finalmente trovano attuazione».



Altra novità del codice: le imprese dovranno dichiarare se hanno finanziato partiti e associazioni. Evidentemente l'esperienza di Buzzi ha lasciato il segno. E' d'accordo?

«Mi auguro che tali informazioni rimangano del tutto neutre ai fini della valutazione dell'impresa».



Perché?

«
Non può essere discriminante. Quali sono le conseguenze di questa dichiarazione? Se l'impresa è brava e ha le carte in regola deve lavorare, i finanziamenti sono previsti dalla legge, altrimenti c'è un clima di caccia alle streghe».



Finora abbiamo parlato di cosa c'è dentro il nuovo testo, ma cosa manca?

«Nell'ottica della massima trasparenza e dell'uniformità dei comportamenti amministrativi mi sarei aspettato di trovare nella direttiva la previsione, da noi più volte richiesta, della Centrale unica di committenza degli appalti, superando l'attuale frammentazione delle competenze in materia tra troppi uffici, anche periferici».



In conferenza stampa, l'assessore alla legalità Sabella nel raccontare la genesi del testo ha detto che si è comportato come faceva con i pentiti.

«Bene la trasparenza e la lotta alla corruzione. Serve equilibrio e zero demagogia».



Intanto, 120 procedimenti sono già sul tavolo di Cantone.

«Evitiamo che le verifiche che sono in corso determinino ulteriori lungaggini nella realizzazione delle opere di cui Roma ha bisogno. L'onda emotiva dei recenti fatti non può bloccare un'intera città».