Spaccio al Policlinico, lo sfogo dei medici: «Tutti sapevano»

Spaccio al Policlinico, lo sfogo dei medici: «Tutti sapevano»
di Elena Panarella
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Mercoledì 16 Luglio 2014, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 10:41

I reagenti mancano, la carta igienica pure, e con le garze non si arriva mai alla fine del mese e poi c’ gente che ruba farmaci costosissimi indisturbato, tuona un gruppo di infermieri del Policlinico Umberto I, in questi giorni al centro di inchieste della magistratura su un traffico internazionale di farmaci, su cui potrebbe esserci l’ombra della criminalità organizzata e, in particolare, della camorra. Per questo otto persone sono state arrestate, due erano tecnici della farmacia interna al Policlinico: loro dovranno rispondere anche di spaccio di droga all’interno dell’ospedale. «Per due mele marce non ci possono andare di mezzo tutti - aggiunge Lucia, anche lei infermiera - su questi due soggetti c’era da tempo il sentore che facessero qualcosa di poco pulito ma beccarli in flagrante non era facile. Se non sbaglio alcuni mesi fa sono stati anche trasferiti altrove. In una vera e propria città come il Policlinico accorgersi degli illeciti è impossibile: troppi passaggi burocratici, troppe teste che si devono parlare. Ma qui c’è tanta gente che ogni giorno combatte nelle corsie per fare bene il proprio lavoro anche quando gli strumenti non ci sono». E sì, perché oltre al problema della carenza di medicazioni avanzate, come i cerotti, o cosa ancor più grave di reagenti, mancano anche cose all’apparenza banali, ma che per un malato proprio non lo sono.

TROPPA BUROCRAZIA

«Carta igienica, acqua calda e pannoloni sono merce rara - aggiunge un infermiere - Ma questa è la realtà che c’è un pò in tutti gli ospedali romani, ci siamo abituati. Ma di certo non siamo abituati ai furti o alla droga». Ma c’è anche chi ha provato a puntare il dito contro quei due soggetti coinvolti nelle indagini «erano prepotenti e sicuri - dice Luca, da anni dipendente dell’ospedale - ho tentato di capire cosa combinavano, ma era pericoloso, una domanda di troppo e ti minacciavano». Una cosa però è certa. La qualità dell’offerta sanitaria del Policlinico non è in dubbio, la perizia degli specialisti è alta e qui vengono formati dalla facoltà di medicina e chirurgia migliaia di medici che poi portano la buona sanità in tutta Italia. Per questo chi lavora qui da decenni non ha paura che «il marcio» emerga. Intanto le indagini delegate agli agenti delle Squadra Mobile hanno portato alla luce un’attività di spaccio, consumo di sostanza stupefacente da parte degli stessi indagati per furto. Le telecamere installate per documentare le razzie di Sutentor, Afinitor, principale attività della banda, hanno ripreso il resto: spaccio e consumo di coca.

«Danni così reiterati alla sanità provocano un danno finanziario alla Regione e minacciano l’inizio di una fase di recupero economico», spiegano Stefano Barone e Marco Lelli della segreteria provinciale del NurSind. «Come era possibile avere un buco economico così sproporzionato in Farmacia senza che nessuno se ne rendesse conto - dice Giuseppe Polinari, coordinatore del Csa della Cisal - ci voleva così tanto per capirlo?». E per Fabrizio Santori, consigliere regionale e membro della commissione Salute: «Serve fare pulizia all’interno degli ospedali, di fannulloni, spacciatori e ladri a tutela dei lavoratori onesti». E annuncia «un’interrogazione urgente al presidente della Regione Zingaretti».

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