Donna decapitata all'Eur, l'agente che ha freddato il killer: «L’ho ucciso per salvare un pompiere»

Donna decapitata all'Eur, l'agente che ha freddato il killer: «L’ho ucciso per salvare un pompiere»
di Michela Allegri e Valentina Errante
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Giovedì 28 Agosto 2014, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 09:08
Il proiettile che l’ha ucciso stato sparato dall’alto verso il basso. I risultati dell’autopsia sul corpo Federico Leonelli confermano che l’uomo, ucciso dalla polizia dopo avere massacrato Oksana Morteseniuk, stava fuggendo e probabilmente era già seduto alla guida dell’auto. Tra l’altro il proiettile sarebbe stato sparato da una distanza ravvicinata. E intanto la famiglia del killer si chiede per quale ragione il nome degli agenti che hanno fatto fuoco non siano statio iscritto sul registro degli indagati.



L’AUTOPSIA

La pallottola mortale è entrato dalla clavicola, ha trapassato il polmone e poi ha raggiunto il cuore, con una traiettoria dall’alto verso il basso uccidendo Leonelli. Una circostanza che confermerebbe il fatto l’uomo, come risultava già da alcune testimonianze, fosse seduto in auto e pronto alla fuga e non costituisse pericolo per nessuno. Il secondo proiettile, sparato da un altro agente, lo ha colpito alla spalla. Dall’autopsia emerge anche che chi ha fatto fuoco si trovava a una distanza massima di cinque metri. Quindi molto vicino. Ci vorranno, invece, almeno 15 giorni per capire se il killer avesse assunto psicofarmaci o sostanze stupefacenti prima del delitto.



IL POLIZIOTTO

L’agente che ha colpito Leonelli, come gli altri colleghi intervenuti all’Eur, ha già fatto una relazione di servizio ed è stato interrogato come persona informata sui fatti in questura. Secondo la versione del poliziotto, il cui nome finora non è stato iscritto sul registro degli indagati, sparare sarebbe stato necessario perché un vigile del fuoco era vicino allo sportello dell’auto e Leonelli, per entrare, aveva brandito il coltello. Il pompiere, sempre secondo la versione del poliziotto, era rimasto incastrato tra lo sportello aperto e il muretto dela villa, sotto la minaccia di Leonelli. Per questo fare fuoco sarebbe stato inevitabile. Ma il vigile non è ancora stato sentito.



LA FAMIGLIA

Ieri, Laura Leonelli, la sorella di Federico, è stata ascoltata in procura per due ore e mezza. La donna ha presentato al procuratore Pie Filippo Laviani e al pm Luigi Fede tutta la documentazione medica e ha ribadito che il fratello soffriva di una patologia psichica. «Ho chiesto tante volte aiuto ai centri di igiene mentale, anche recentemente, spiegando che Federico stava male e bisognava fare qualcosa - ha detto - mi sono sempre sentita rispondere che non era possibile ricoverarlo se non fosse stato pericoloso. Quando ho chiesto se dovesse succedere una tragedia per ottenere assistenza, mi hanno risposto che la legge prevede solo interventi in circostanze di emergenza». Federico era oramai dipendente dal Provigil, un farmaco con il quale era stato curato. «Aveva confessato al medico di averne fatto abuso, acquistandolo anche su Internet, e gli era stato sospeso, ma lui ha continuato ad assumerlo». La donna ha raccontato che il fratello alternava momenti di lucidità a deliri, come l’idea di fare parte della Cia e quella di combattere per la causa sionista. Si era presentato all’ambasciata israeliana sostenendo di essere il nuovo messia ed era stato interdetto per cinque anni dall’ingresso in Israele. Laura Leonelli spiega che nei giorni scorsi, parlando di «perdono per chi ha «ucciso suo fratello», intendeva rivolgersi a tutte le persone coinvolte, non solo i poliziotti, anche i medici che non hanno evitato l’orrore. «Non c'era modo diverso per fermare quel ragazzo che aveva appena compiuto un gesto così terribile? - chiede Pina Tenga, legale di Laura Leonelli - non capisco questo attendere da parte degli inquirenti nel procedere all'iscrizione nel registro degli indagati di chi ha fatto fuoco contro Leonelli. L'iscrizione dal punto di vista procedurale è anche una tutela. In questo modo, i poliziotti possono essere rappresentati negli atti irripetibili».