Roma, in centro spunta il racket dei cornetti: abusivi vendono pastarelle e alcol in banchetti improvvisati: è allarme igiene

Roma, in centro spunta il racket dei cornetti: abusivi vendono pastarelle e alcol in banchetti improvvisati: è allarme igiene
di Elena Panarella
3 Minuti di Lettura
Sabato 29 Novembre 2014, 06:13 - Ultimo aggiornamento: 15:04
Scene di ordinario degrado. Nel gran bazar del Centro Storico c'è di tutto: venditori abusivi, improbabili artisti di strada, bancarelle di dolciumi e generi alimentari. Tutto, davvero. Persino improvvisati banchetti pieni di ciambelle e cornetti caldi appena sfornati.



Li scopri seguendo l'odore: che sembra buono, fino a quando lo sguardo non si affaccia su quelle grosse scatole di cartone piazzate in bella mostra in via dei Giubbonari, a pochi passi da Campo de' Fiori. Mancano solo i vigili. E così da piazza Venezia al Colosseo, passando per l'ormai dimenticato parco di Colle Oppio, è una lunga, ininterrotta teoria di curiose postazioni che ormai non vendono più solo gadget, portafogli o borse contraffatte: ma anche e soprattutto generi alimentari, sigarette e bevande. E da oggi anche cornetti e pastarelle «a 60 centesimi l'uno».



Insomma, chi più ne ha più ne metta (è proprio il caso di dire). «Pensavamo di averle viste tutte - racconta Simone Efrati, delegato agli Open Data del I Municipio - ma questa volta hanno superato il limite. È anche una questione di igiene, il cibo non si può vendere in quelle condizioni per strada. Ci vogliono più controlli da parte della municipale ma anche dalle Asl con vere e proprie squadre dell'Ufficio d'igiene».



«L'invasiva presenza di sedicenti venditori, dalla mattina fino a tarda notte - raccontano i commercianti di via dei Giubbonari - offre un'immagine poco dignitosa della nostra città, in termini di decoro e sicurezza considerato anche il fatto che spesso furgoncini e vetture adibite al trasporto della merce abusiva vengono parcheggiate in ogni dove, creando grave intralcio alla circolazione anche dei mezzi di soccorso. Ora speriamo che il Piano anticontraffazione annunciato dal ministro Alfano serva anche a puntare il dito contro tutte le forme di abusivismo presenti sul nostro territorio».



ZONE FRANCHE

Un'invasione che può essere registrata, ogni giorno e a tutte le ore, in diversi quadranti storici della Capitale da Castel Sant'Angelo fino a sotto le Mura Vaticane: centinaia di venditori abusivi offrono uno spettacolo indecoroso. C'è la moltiplicazione di lenzuoli volanti nel salotto della città. Gli argini e i controlli del Campidoglio appaiono, a dir poco, insufficienti. È una lunga scia di zone franche su via del Corso; puoi acquistare una bottiglietta d'acqua da mezzo litro a 1 euro; per i dipendenti che gestiscono i banchetti resta da capire quale contratto di lavoro abbiano, visto che non ci sono orari e secondo la segnalazione di alcuni cittadini capita spesso che alcuni di questi “gestori” (anche in questo caso va precisato non in tutte) dormano sotto i teloni durante la notte, in una sorta di dormitorio nel cuore di Roma.



Su questa strada, ma anche su altre come ai Parioli, quartiere Africano, Marconi, Tuscolana o in via del Lavatore, il Campidoglio - la città delle regole - sembra incassare una sonora sconfitta. Dalla vicina via del Corso, ad esempio, un gruppo di commercianti e residenti in un esposto l'aveva scritto chiaramente: «Bisogna fare cessare gli abusi attraverso un controllo immediato - tuonano Rossella Ferri, residente - bisogna restituire visibilità alle vetrine e alle finestre dei negozi. Qui si sta perdendo il prestigio di una intera zona. Dov'è il Comune?». Torniamo nel Tridente, fra piazza del Popolo verso via del Corso, nelle strade dello shopping internazionale dove i negozianti pagano affitti importanti per trovarsi ad operare al fianco di cartoni e lenzuoli in cui si vende la maglietta kitsch della squadra di calcio o borse in cui compaiono marchi così somiglianti a quelli più prestigiosi «ci vogliono più controlli soprattutto in periodi come le feste di Natale. Sbucano da tutte le parti. Compaiono e scompaiono come se nulla fosse».



elena.panarella@ilmessaggero.it