I migranti restano barricati: «Non usciamo per la paura»

I migranti restano barricati: «Non usciamo per la paura»
di Laura Bogliolo
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Martedì 23 Settembre 2014, 05:54 - Ultimo aggiornamento: 09:18
Gli occhi rivivono la paura che li ha spinti a lasciare le loro famiglie. Ci hanno consigliato di non uscire, perché potrebbero farci del male». Gli strappi un sorriso solo dopo avergli detto «good luck», immaginando forse il giorno in cui non dovranno più fuggire.



Restano asserragliati nella palazzina grigia malandata di via Novafeltria, una stradina a pochi passi di via Polense dove domenica i residenti di Corcolle hanno manifestato contro gli stranieri, dopo i due assalti ai bus guidati da donne. La stessa sera dove almeno tre immigrati sono stati fatti scendere dai bus e picchiati. «Uno di loro è stato ferito» dice un'operatrice dell'ente gestore che dà assistenza ai migranti. «Non siamo stati noi, non siamo stati noi» continuano a ripetere dal balconcino dove sventolano decine di jeans e magliette colorate messe a stendere. Letti a castello, pareti bianche, il garage allestito per accatastare panni e per mangiare, qualcuno si sporge al limite del balconcino per prendere la linea con il cellulare, chiamare casa e dire: «Tutto bene, sono vivo». Perché sono sbarcati neanche da una settimana fa in Italia e sono stati trasferiti in via Novafeltria tra mercoledì e venerdì. Vengono dal Gambia, c'è anche qualcuno del Bangladesh «hanno storie tremende» dice Paolo Berti, responsabile settore richiedenti asilo dell'ente che gestisce il nuovo centro per conto della prefettura. «Non voglio diffondere il nome dell'ente, altrimenti ogni nostra struttura in città potrebbe essere oggetto di proteste» dice. Una pattuglia della polizia presidia la palazzina. «Ci hanno consigliato di non far uscire i migranti - dice Paolo - noi li abbiamo avvertiti, ovviamente non possiamo obbligarli, ma hanno paura, non capiscono cosa sia successo». Secondo l'operatore «non sono stati loro ad assaltare il bus, sono arrivati da pochi giorni, devono ancora ambientarsi e poi escono a gruppi di cinque, l'assalto è stato fatto, dicono, da una trentina di persone ubriache». C'è chi ricorda che sono musulmani e non bevono alcol.



UN FERITO

Le voci a Corcolle parlano di un altro centro per migranti, quello vicino a Colle Cesarano, a Tivoli. «Ma incolpare altri migranti è solo spostare la rabbia altrove, è rischioso» dice giustamente Berti. «Sono sicuro che non siano stati i migranti di via Novafeltri - afferma Marco Scipioni, il presidente del VI municipio che ieri è stato a Corcolle - sottolineo però che la situazione a Corcolle è esplosiva, la gente è esausta, c'è un allarme sociale che resta inascoltato. Nel nostro territorio abbiamo il 50% dei centri di accoglienza di Roma, abbiamo il campo nomadi di via di Salone e altri campi abusivi, c'è un problema oggettivo di appesantimento sociale».



Scipioni chiede che i migranti vengano spostati: «Ho inviato una lettera al sindaco e al prefetto affinché vengano portati via gli immigrati». Uno dei migranti del Ghana è stato ferito domenica ed è andato al Policlinico Casilino. «Non so che tipo di contusioni abbia - dice Berti - ma so che non stava bene». La volante della polizia resta per tutto il giorno davanti alla palazzina dei richiedenti asilo. Tra le viuzze di Colleferro riecheggia ancora l'eco delle voci dei poliziotti che domenica sera allertavano altre pattuglie: «Fermano i bus, fanno scendere gli immigrati e li pestano, mandate rinforzi».



laura.bogliolo@ilmessaggero.it