Non possono avere figli
comprano un neonato per 300 euro

Non possono avere figli comprano un neonato per 300 euro
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Lunedì 12 Maggio 2014, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 09:56
Un matrimonio duraturo e consolidato, scalfito solamente dall'impossibilit di avere figli. Per A. R., sessantenne romano, il desiderio di paternit era talmente forte che, quando ha conosciuto una ragazza straniera incinta e decisa a sbarazzarsi della piccola vita che scalciava dentro di lei, ha scelto, una volta nato il bambino, di aiutare economicamente la donna e di dichiarare all'anagrafe di essere il padre naturale del piccolo.



Ora però, la vera mamma e il finto papà rischiano di finire a processo, con l'accusa di avere formato un atto di nascita falso, alterando lo stato civile del neonato. Sono stati gli assistenti sociali a scoprire la vicenda, e a denunciare ogni cosa in Procura.



LA SEGNALAZIONE

E' il febbraio dello scorso anno. Nel reparto pediatrico dell'ospedale San Camillo un neonato, venuto alla luce prematuro, dopo due mesi di ricovero in condizioni critiche è pronto per essere dimesso. Il padre del bimbo, però, dice ai medici che per lui sarà difficile portare il piccolo a fare successivi controlli, perchè è perennemente impegnato per lavoro. La madre, invece, è andata a trovare il bambino pochissime volte. I sanitari, quindi, decidono di allertare il Servizio Sociale, che convoca i due genitori. Si presenta A. R. che dice di essere il papà del neonato. Racconta che il bimbo è nato da una relazione extraconiugale avuta con la trentacinquenne romena. Si sono conosciuti un anno prima: lei è sorella di un operaio che ha saltuariamente lavorato a casa del sessantenne. A.R. racconta di essersi preso le sue responsabilità dopo la nascita del piccolo: ha confessato ogni cosa alla moglie e ha riconosciuto il bambino all'anagrafe. Dice anche che la moglie lo ha perdonato e, insieme, hanno deciso di crescerlo. I servizi sociali, quindi, propongono di affidare il neonato ai coniugi romani che, negli anni passati, hanno anche presentato una richiesta di adozione non andata a buon fine. Ben presto, però, gli assistenti si accorgono che l'atto dell'anagrafe è falso: la relazione extraconiugale è un'invenzione.



L'INVENZIONE

La mamma romena, interrogata, racconta poi di avere conosciuto A. R. quando era già incinta di 7 mesi. Il bimbo è figlio di un ragazzo che non ha voluto riconoscere la paternità. E' stato suo fratello a presentarle A. R.: sapeva che l'uomo desiderava un figlio, gli ha raccontato che sua sorella era incinta e che, visto che il padre naturale non voleva il bimbo, lo avrebbero dato a lui. «Quando il piccolo è nato, mi ha consegnato 300 euro, dicendomi di tornare in Romania e che mi avrebbe aiutato a preparare i documenti» ha detto la ragazza. Poi, hanno riconosciuto il bambino all'anagrafe. Ora, rischiano entrambi di finire a processo. Si tratta di una storia di disperazione, secondo l'avvocato Andrea Manasse, che difende la ragazza e che ha commentato: «La mia cliente ha rinunciato al figlio sperando di regalargli una vita migliore».
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