Confessa il pirata che ha travolto e ucciso
due fidanzati a Roma: era interdetto alla guida

L'arresto dell'uomo che ha investito i due fidanzati (foto Gmt)
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Venerdì 23 Maggio 2008, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 17:04

ROMA (23 maggio) - Ha confessato il pirata che gioved notte a Roma a bordo di una Mercedes ha travolto e uccisodue fidanzati,Alessio Giuliani, 23 anni, e la sua fidanzata 22enne, Flaminia Giordani, entrambi a bordo di uno scooter. Per lui l'accusa è di duplice omicidio volontario per dolo eventuale e omissione di soccorso. L'uomo è passato con il rosso e invaso l'altra corsia. La fidanzata 27enne dell'investitore che sarebbe stata accanto a lui al momento dell'incidente, avrebbe tentato di farlo desistere dalla fuga. La ragazza è figlia di un ex calciatore anni '80 della Lazio. Contro di lei nessun provvedimento. Al vaglio degli investigatori l'eventualità che la ragazza fosse sottoposta a una limitazione di libertà, specificamente gli arresti domiciliari.

L'investitore, Stefano Lucidi, 35 anni, sarebbe un tossicodipendente, con precedenti penali per lesioni ed interdetto alla guida. In passato aveva avuto un Daspo, la diffida ad assistere a manifestazioni sportive. Ieri sera era alla guida di una Mercedes 220, di proprietà del padre, un ingegnere, di 67 anni. Fermato in mattinata dai vigili urbani ha confessato dopo 5 ore di interrogatorio condotto dal pm Carlo Lasperanza. Gli fu sospesa la patente nel 2001 per droga. Il provvedimento fu sottoposto a Lucidi, che lavora con il fratello gemello in una società privata di consulenza gestita dal padre, in seguito ad un articolo del testo unico sugli stupefacenti. L'articolo, secondo quanto hanno riferito i vigili urbani, prevedeva da parte del prefetto la sospensione della patente e la possibilità di riottenerla effettuando una serie di visite a cui Lucidi non si era mai sottoposto. Passerà questa notte nel carcere di Regina Coeli.

«Non volevo ucciderli». Dopo la confessione al comando della Polizia municipale di viale Parioli, Lucidi è scoppiato in lacrime e agli investigatori ha detto «non volevo ucciderli». Secondo quanto riferito il padre del pirata ha collaborato con le forze dell'ordine per convincere il ragazzo a confessare. Durante l'interrogatorio, messo di fronte all'evidenza dei fatti Stefano Lucidi non ha potuto che ammettere la sua colpa. 

«Personalità pericolosa e violenta». È stata definita «pericolosa e violenta» la personalità di Lucidi in stato di fermo giudiziario. Lo ha riferito il comandante del II gruppo dei Vigili Urbani Diego Porta. Il carattere del fermato è stato definito esasperato ancora di più dalla lite avuta con la fidanzata poco prima dell'incidente.

La folle corsa dopo la lite con la fidanzata. A quanto riferiscono fonti dei vigili urbani, Lucidi e la sua ragazza erano usciti ieri sera a cena ma avevano avuto un diverbio. Lucidi si era quindi allontanato dal locale ma appena la ragazza è uscita l'ha aggredita tanto che lei si è rifugiata in un secondo locale. Ciò non ha fermato la rabbia del ragazzo che l'ha picchiata e costretta a salire sulla sua auto. Da lì la folle corsa al volante della Mercedes: il giovane ha sorpassato le altre macchine ferme al semaforo ed è passato col rosso investendo il motorino con a bordo le due vittime. Come riferito dalla ragazza, ascoltata dai vigili urbani, Lucidi non sì fermato nonostante la fidanzata gli dicesse: «Sei un bastardo, li hai ammazzati, fammi scendere». Dopo l'incidente il pirata ha guidato fino al Nomentano, vicino casa della fidanzata, che impaurita è rincasata.

Duplice omicidio volontario per dolo eventuale e omissione di soccorso. Sono i reati contestati a Lucidi dalla procura di Roma. Nessun provvedimento invece per la fidanzata. La giovane, secondo quanto hanno riferito i vigili urbani del II Gruppo di Roma, è stata utile alle indagini e ha collaborato con gli inquirenti. «Il magistrato - ha spiegato Porta - ha visto nella condotta posta in essere dal conducente della Mercedes l'accettazione della possibilità dell'evento morte». Proprio questa constatazione insieme ad altre valutazioni ha giustificato la condizione di «dolo eventuale». Nella ricostruzione della dinamica dell'incidente è inoltre emerso che il pirata prima dell'impatto con lo scooter aveva superato altre automobili ferme al semaforo, invadendo l'altra corsia di marcia. L'uomo è stato portato a Regina Coeli.

L'incidente. L' incidente è avvenuto poco dopo le 22.30 su via Regina Margherita, all'altezza dell'incrocio con via Nomentana. Dopo l'impatto con l'auto i due giovani, che viaggiavano su uno scooter Kimko People, sono stati soccorsi e portati al policlinico Umberto I: il ragazzo è morto poco dopo il ricovero, mentre la fidanzata è deceduta in mattinata.

Un volo di 20 metri. Nell'impatto violentissimo i due giovani fidanzati, entrambi  studenti universitari di economia e commercio, sono stati sbalzati per circa 20 metri. A raccontarlo è stato il padre della 22enne morta:. «Hanno fatto un volo di 20 metri - ha raccontato prima di lasciare il policlinico Umberto I - il conducente di un'auto, un viceprefetto, si è fermato a soccorrerli. Si è prodigato in ogni modo». I due fidanzati stavano insieme da due anni. Entrambi, al momento dell'incidente, indossavano il casco.

 Nessuna gara tra auto. È caduta l'ipotesi secondo la quale l'incidente sia stato provocato durante una gara di velocità tra la Mercedes 220 su cui viaggiava Lucidi con un Suv. Secondo quanto riferito dal comandante del II gruppo della Polizia unicipale Diego Porta, «tra la Mercedes ed il Suv non c'è nessun collegamento». 

Auto abbandonata in viale Parioli. Dopo ore di ricerche, l'auto che ha tamponato lo scooter è stata trovata abbandonata in viale Parioli, a poca distanza dall'incidente. Il proprietario, un ingegnere di 67 anni, ascoltato dai vigili urbani del II gruppo, ha detto che non era alla guida dell'auto. 

Fermato il pirata. Uno dei due figli gemelli del proprietario dell'auto pirata, Stefano Lucidi è stato interrogato e poi fermato.

Vigili: è un tossicodipendente. Lucidi sarebbe un tossicodipendente con precedenti penali, secondo quanto si è appreso dai vigili urbani. Le indagini degli inquirenti si concentrano sull'ipotesi che l'investitore abbia fatto uso di sostanze stupefacenti anche la scorsa notte quando ha investito i due giovani, fuggendo e non soccorrendoli.

Sottoposto a Daspo. L'investitore sarebbe un tifoso della Lazio, sottoposto a Daspo.

Motociclista testimone. Era parcheggiata di fronte ad una carrozzeria a via Bencivegna, nei pressi del comando provinciale della Guardia di Finanza, la Mercedes classe C 220. L'auto è stata subito posta sotto sequestro dalla Polizia Muncipale che nell'immediato ha potuto constatare la coincidenza con il frammento di parafango che dopo l'impatto mortale con lo scooter all'angolo tra via Nomentana e viale Regina Margherita era rimasto a terra. È quanto si apprende da fonti del II gruppo della Polizia Municipale. Secondo quanto riferito inoltre il pirata della strada sarebbe stato seguito da un ragazzo alla guida di una moto che al momento dell'incidente era fermo al semaforo. Il testimone avrebbe cercato di rincorrere entrambe le auto in fuga. Seminato, il motociclista sarebbe tuttavia riuscito a individuare le ultime 3 cifre della targa del Suv. Una volta tornato a casa il testimone avrebbe raccontato la dinamica dell'incidente ed il successivo inseguimento al padre il quale, sceso in strada per la passeggiata con il cane avrebbe a sua volta notato parcheggiata nei pressi della sua abitazione, di fronte ad una carrozzeria, una Mercedes incidentata che corrispondeva alla descrizione fornitagli dal figlio. Proprio grazie alla denuncia dell'uomo gli agenti avrebbero sequestrato l'automobile.

La famiglia della ragazza: doneremo gli organi. «Abbiamo deciso di firmare per l'espianto degli organi». A rivelare la volontà della famiglia di donare gli organi di Flaminia Giordani, morta con il fidanzato dopo essere stata travolta ieri sera a Roma da un'auto pirata, è stato il fratello della giovane, Emiliano.

Una zia: Flaminia ha fatto la comparsa in diversi film. «Era una ragazza bella e intelligente si stava per laureare in Economia e aveva tanti progetti in mente, come il viaggio già prenotato per Porto Rotondo dove sarebbe dovuto andare con il fidanzato». A raccontare la vita di Flaminia, distrutta dal dolore, è la zia della ragazza morta nell'incidente: «Flaminia - ha aggiunto - ha posato anche per alcuni provini fotografici e le piaceva di fare il ruolo di comparsa in diversi film». 

Alessio, ragazzo solare. «Era un ragazzo solare bene educato patito per il calcio e tifosissimo della Roma. Era un ottimo studente di Economia prossimo alla laurea». A raccontarlo è Raffaella, la portiera del palazzo in cui Alessio Giuliani viveva con la famiglia. I suoi parenti sono chiusi nel dolore in casa, un appartamento di una palazzina signorile in via Salaria 195, nel quartiere dei Parioli. «Era molto legato alla mamma Angela, medico del lavoro, e al papà, uno dei dirigenti del reparto di Ginecologia del Sant'Anna, con cui aveva un ottimo rapporto - continua la portiera - ed anche con Andrea, il fratello di 26 anni, prossimo alla laurea in Architettura». I funerali di Alessio sono previsti per martedì prossimo. 

Nel loro futuro un viaggio. Flaminia e Alessio erano una coppia felice. Fidanzati da due anni, avevano tanti sogni da realizzare. Entrambi studenti di Economia e commercio, avevano prenotato un viaggio a Porto Rotondo.

Fiori e biglietti. Rimangono tanti mazzi di fiori, biglietti di addio e di conforto e qualche fotografia di Alessio e Flaminia nel luogo dell'incidente, all'incrocio tra via Regina Margherita e via Nomentana. Una lettera scritta da una mamma recita: «Sei andata in cielo, ti ho preso la mano stanotte e ti ho pregata di essere forte, di non morire. Pregherò per te, piccolo angelo falciato da un pazzo assassino. Ho il cuore a pezzi».

Due mesi fa il caso Vernarelli. Risale a due mesi fa il caso di Vernarelli, il 32enne romano alla guida di una Mercedes classe B che sul lungotevere, all'altezza di Castel Sant'Angelo, investì e uccise due turiste irlandesi che attraversavano sulla sctrisce pedonali, dandosi poi alla fuga.