L'urlo del fratello del centauro: «Voglio giustizia per Gianni, ma ora cosa dirò ai suoi figli»

Gianni Danieli, 41 anni
di Laura Bogliolo
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Lunedì 2 Dicembre 2013, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 13:11
​Venga il sindaco Ignazio Marino a dire ai miei nipoti che il padre morto per una negligenza, deve venire lui a casa, assumersi le sue responsabilit, avere il coraggio di dire a due bambini che il padre non c' pi, spiegarli perch non potranno pi riabbracciarlo. Voce soffocata dalle lacrime, il dolore diventa rabbia quando Alessandro Danieli vede il corpo del fratello avvolto in un lenzuolo verde sporco di sangue. Il casco a pochi metri, davanti quell'enorme pino che ha travolto, schiacciato, straziato, ucciso il fratello, Gianni Danieli, 41 anni, romano, fisioterapista. Stava tornando a casa all'Infernetto, dopo il lavoro. Stava per riabbracciare i suoi due bimbi e la moglie. Gianni era fratello, padre di due bimbi (uno ha 2 anni, l'altro 8), marito di una ragazza che ieri ha perso tutto sulla strada che porta i romani al mare, su quella Cristoforo Colombo conosciuta per la sua pericolosità, per quegli alberi che già in passato hanno fatto vittime: Daniele Innocenzi, medico dermatologo di 54 anni, anche lui centauro, ucciso nel 2009 da un ramo caduto da un pino.



Lavorava con i vip

«Io oggi sono morto – dice Alessandro – rinasco con un unico obiettivo: avere giustizia per una morte così assurda, non chiamatelo vittima della strada, Gianni è vittima della negligenza, mio fratello è stato ucciso dalle istituzioni». Gianni era un fisioterapista sportivo. Aveva seguito la passione del fratello: insieme avevano creato lo Studio Associato Danieli & Co. nel quartiere Fonte Meravigliosa. Per anni assistenti della storica società di calcio Us Boreale, nata a Ponte Milvio e fondata nel 1946 da Don Marino Marani.



Gianni ha fatto parte dello staff sanitario degli Internazionali di tennis, con Alessandro (fisioterapista della trasmissione Amici di Maria De Filippi) è stato fisioterapista di personaggi del mondo dello spettacolo come Paolo Bonolis, Teo Mammucari e Valentino. «Era un professionista eccezionale, amante della famiglia e dello sport» dice Paolo Quattrini manager dello spettacolo. Alessandro, grida, si dispera: «Il sindaco, le istituzioni, vengano a vedere dove è morto Gianni: sull'albero c'è un cavo d'acciaio, le radici non ci sono, i vigili mi hanno detto che tutti sanno che quegli alberi sono pericolosi». Poi sottolinea: «Tutti sapevano e nessuno ha fatto niente? Gianni era un ragazzo buono, gran lavoratore, una persona che ha sempre rispettato le regole. Noi – dice – siamo una famiglia civile, rispettosi delle leggi, ma le istituzioni ci hanno traditi».



Appello a Papa Francesco. «Mio fratello – continua a ripetere – non è una vittima della strada, ma della negligenza, mio fratello non correva in moto, non beveva, era un salutista, era uno sportivo, era un papà responsabile». Poi un appello a Papa Francesco: «Su quella strada ci sono altri alberi pericolosi tenuti in piedi con cavi, il Papa faccia qualcosa, altre vite sono in pericolo, dobbiamo salvarle».
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