Mafia capitale, il clan puntava su Mare Nostrum

Mafia capitale, il clan puntava su Mare Nostrum
di Valentina Errante
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Sabato 13 Dicembre 2014, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 15:19

ROMA - Era un'associazione mafiosa: il Tribunale del Riesame conferma.

Massimo Carminati resta in carcere e l'impianto dell'accusa regge la prima prova.

E' «L'ultimo sacco di Roma», scrive l'Osservatore romano. E intanto salta fuori la lettera che Luca Odevaine, componente del Tavolo per i rifugiati, prima dell'arresto scriveva al presidente del Consiglio per farsi avanti attraverso la sua Fondazione nella gestione dell'emergenza immigrazione. E' settembre, le richieste di arresto dei pm sono già sulla scrivania del gip. Odevaine, è considerato l'uomo che, all'interno del Viminale, cura gli interessi di ”Mafia capitale” incassando 5mila euro al mese in cambio dell'affidamento alle cooperative di Buzzi di Sprar e Cara. Ma soprattutto è presidente della Fondazione Integra/azione, a nome della quale si rivolge a Matteo Renzi con una lettera che verrà ignorata. Il ministro dell'Interno ha già annunciato che Mare Nostrum chiuderà con l'entrata in scena di Frontex: Odevaine si propone come interlocutore del governo per gestire l'emergenza che, secondo l'inchiesta, frutta all'organizzazione milioni di euro. A firmare il documento c'è anche Rossana Calistri, il direttore scientifico della Fondazione Integra/azione, ai domiciliari dal 2 dicembre scorso. Tutti i componenti della Fondazione sono finiti nei guai: indagati o arrestati, tranne il vicepresidente Francesco Ferrante. Sotto accusa anche Stefano Bravo, presidente dei revisori dei conti, i pm ipotizzano il riciclaggio: avrebbe portato all'estero i soldi delle mazzette.

L'ASSOCIAZIONE MAFIOSA

L'impianto accusatorio supera il primo esame.

Ieri i giudici del Tribunale del Riesame hanno confermato il carcere e le accuse per Massimo Carminati, considerato il dominus di un'associazione mafiosa inedita rispetto alle mafie tradizionali. In carcere, oltre al boss, restano anche Riccardo Brugia, braccio destro del capo, Roberto Lacopo e Fabrizio Franco Testa. Confermato il carcere anche per Emilio Gammuto, mentre sono stati concessi i domiciliari a Raffaele Bracci. Gli avvocati Giosuè e Ippolita Naso hanno annunciato il ricorso in Cassazione, intanto il sindaco Marino ha formalizzato la costituzione del Campidoglio come parte offesa.

LA LETTERA

Scrive Odevaine: «Da molti anni ci poniamo domande su quali possano essere le azioni necessarie per affrontare quella che l'Osservatore Romano, ha definito in questa terribile estate del 2014, una “ecatombe senza fine”. Le missioni come “Frontex” e “Mare Nostrum “ - scrivono Odevaine e Calistri - non hanno dato i risultati sperati». E dopo un lungo passaggio carico di retorica sui valori dell'accoglienza e dell'integrazione, Odevaine arriva al punto: «Aver portato da 3000 a 20.000 i posti destinati allo Sprar, la riduzione significativa dei tempi della prima accoglienza, oltre all'unificazione in capo al ministero dell'Interno delle procedure relative ai minori, punti centrali del documento, avvicinano sensibilmente l'Italia ai paesi europei più avanzati nelle politiche di integrazione. Ma tutto ciò potrebbe funzionare in “tempi di pace”, con flussi migratori controllabili. Oggi la situazione non è tale da poter pianificare accoglienza ed integrazione in modo razionale. I numeri di questa emergenza stravolgono qualsiasi possibilità di pianificazione. E' fondamentale quindi trovare una sintesi tra emergenza e pianificazione. E per fare ciò è indispensabile che ognuno faccia la propria parte». Odevaine chiede «la modifica degli accordi di Dublino, operazioni umanitarie che contemplino corridoi umanitari e presidi sulle coste del Mediterraneo, risorse economiche adeguate».