Case Ater, architetto incassava anticipi per opzioni d'acquisto inesistenti: condannato a 2 anni e 4 mesi

Case Ater, architetto incassava anticipi per opzioni d'acquisto inesistenti: condannato a 2 anni e 4 mesi
di Riccardo Di Vanna
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Lunedì 4 Agosto 2014, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 09:26
Si presentato come un influente ex segretario regionale della Democrazia cristiana, millantando conoscenze all'interno dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale (Ater) e poi, dopo aver incassato ottomila euro da un ignaro acquirente, come prelazione sull'acquisto di un'immobile dell'ente, è scomparso nel nulla. Un raggiro per il quale Pierpaolo Fori, 40 anni, architetto, di Roma, è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione dal giudice della settima sezione del tribunale monocratico. L'imputato, accusato di reati che vanno dalla truffa al falso, dovrà inoltre versare alla vittima e all'Ater - costituitasi parte civile nel processo - un risarcimento complessivo di quasi quindicimila euro. Per ulteriori accuse di truffa, messe in atto, sempre con la stessa modalità, ai danni di altre nove persone, il giudice ha invece disposto di non doversi procedere.



LA VICENDA

La storia risale al periodo compreso tra il febbraio e ottobre del 2009 quando, presentandosi al cliente adescato come il presidente di una fantomatica associazione e, soprattutto, in qualità di ex politico locale, l'architetto mette in scena il suo laborioso raggiro. Sfruttando il suo aspetto impeccabile e potendo contare su uno scenografico ufficio in pieno centro, nei pressi della Fontana di Trevi, l'imputato guadagna la fiducia della vittima e lancia la sua proposta: sborsare ottomila euro per acquistare il diritto di prelazione su un immobile gestito dall'Ater, momentaneamente occupato in maniera abusiva e in procinto di essere messo in vendita a prezzi stracciati. L'affare è di quelli che sembrano capitare solamente una volta nella vita e, senza troppi indugi, l'uomo decide di mettere mano al conto in banca per cogliere la straordinaria occasione. Solamente a transazione conclusa, la vittima avrebbe poi scoperto di aver versato il denaro per ottenere nulla di più di un'opzione fasulla.



LE PLANIMETRIE

A perfezionare il meccanismo ideato per conquistare la fiducia della vittima, oltre al sontuoso ufficio utilizzato come scenografia per la truffa, avrebbe concorso anche la posizione lavorativa dall'imputato. L'architetto, infatti, essendo a tutti gli effetti un consulente esterno dell'Ater, avrebbe sfruttato la sua esperienza per mettere a segno il colpo. Essendo in possesso di informazioni e planimetrie riguardanti alcuni edifici effettivamente gestiti dall'ente, l'uomo avrebbe rafforzato la sua immagine di venditore fornendo all'acquirente tutta la documentazione del caso. Secondo gli accordi presi con la vittima, l'imputato si sarebbe adoperato per il buon esito della trattativa, promettendo la restituzione degli ottomila euro versati nel caso in cui l'affare fosse saltato. Quindi, una volta conclusa la prima parte del raggiro, il compratore avrebbe ricevuto un documento con il timbro contraffatto dell'Ater e la falsa firma del presidente dell'ente. Il secondo incontro tra le parti, programmato per la consegna delle chiavi e il pagamento dell'intero ammontare della cifra stabilita per l'acquisizione dell'appartamento, invece, non sarebbe mai avvenuto.
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