Funerali Casamonica, scoppia la polemica politica. Alfano chiede relazione al prefetto

Funerali Casamonica, scoppia la polemica politica. Alfano chiede relazione al prefetto
5 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Agosto 2015, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 21:16
È bufera sul funerale-show celebrato nel cuore di Roma in onore di Vittorio Casamonica capo del clan omonimo. Con il mondo politico allarmato dai «segnali mafiosi», interpretati come una «sfida allo Stato».





Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha chiesto al prefetto di Roma Franco Gabrielli una relazione dettagliata sulla vicenda.



«Roma sfregiata, fatto inquietante», hanno attaccato dal Pd mentre Sel ha investito del caso il Parlamento chiedendo ad Alfano spiegazioni sull'aspetto legale della vicenda, chi è stato il regista dell'operazione, chi ha concesso le autorizzazioni. Preoccupato anche il sindaco Marino che ha chiamato il Prefetto perchè siano condotti accertamenti con estremo rigore.



Esequie da fiaba: con carrozza d'epoca trainata da 6 cavalli con il pennacchio nero, 12 Suv e limousine, il tutto coronato da una cascata di petali di rosa piovuti dal cielo (con la partecipazione straordinaria di un elicottero privato). Un set cinematografico a tutti gli effetti la cui sapiente regia è rimasta nell'ombra, sconosciuta addirittura al prete che ha celebrato la messa che alla richiesta di spiegazioni è caduto dalle nuvole: le sue competenze - come hanno spiegato anche dal vicariato - sono circoscritte a quanto accade all'interno della chiesa. Non all'esterno, dove l'anonimo «scenografo» aveva posizionato gigantografie del malavitoso e dato il via a musiche evocative (tra l'altro la colonna sonora del Padrino).



Una chiesa, la Don Bosco a Cinecittà, non nuova alle cronache. Si è scoperto che quella parrocchia, sormontata da una caratteristica cupola, è la stessa che nel 2006 negò i funerali a Piergiorgio Welby. Malato di Sla, in fase terminale, Welby chiese ai sanitari di staccare la spina (fu eretto a simbolo dell'eutanasia) e gli furono vietati i funerali religiosi. Ma non è tutto: in quella quella stessa parrocchia nel '90 è stato celebrato il rito funebre del boss della Magliana Renato De Pedis (poi sepolto nella Chiesa di S. Apollinare, ma questa è un'altra storia).



Un intreccio inquietante di fatti e di circostanze che all'improvviso, nell'apparente quiete agostana sono esplose simultaneamente investendo la Capitale, il Vicariato, la Sicurezza, la Legalità. Con il mondo politico e delle istituzioni (soprattutto locali) rimasti spiazzati. Immediata è stata la presa di posizione del vicariato che non ha nascosto il proprio «imbarazzo» ma ha sottolineato che il parroco certo non poteva rifiutare la celebrazione. «Roma trasformata in un set del padrino è uno sfregio», ha attaccato il commissario romano Matteo Orfini. Quanto accaduto
«è una offesa a Roma e dimostra che la mafia a Roma esiste», ha affermato il vicesindaco Marco Causi.



Considerazioni condivise da Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, allarmata dal
«clima di consenso che ha accompagnato una simile messinscena». Preoccupato anche Don Luigi Ciotti, per il quale «a maggior ragione dopo la scomunica di Papa Francesco dei mafiosi» è «compito della Chiesa denunciare e ribadire che non può esserci compatibilità fra la violenza mafiosa e il Vangelo».



Allarmato anche il sindaco Ignazio Marino che ha chiamato il Prefetto
«perchè siano accertati i fatti con il dovuto rigore». «È intollerabile - ha scritto sui social network - che i funerali siano strumenti dei vivi per inviare messaggi mafiosi».



Gabrielli: «La Prefettura non ne sapeva nulla». «Di questa vicenda la Prefettura non aveva alcuna contezza. Ne chiederemo conto, per cercare di capire, al di là dei clamori, eventuali responsabilità». Ad affermarlo all'Adnkronos è il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, commentando i funerali di Vittorio Casamonica.



«Senza dubbio - aggiunge Gabrielli - c'è stato un difetto di comunicazione, e questo lo dico senza voler fare processi, né mettere nessuno sul banco degli imputati. Dunque è opportuno capire i termini precisi di quanto avvenuto, senza sottovalutare, ma senza nemmeno farci trascinare dal clamore. Aspetto che gli uffici mi riferiscano e poi decideremo», conclude.



Il parroco:
«Non sapevo ma non nego funerali». «All'interno della chiesa è stato tutto molto tranquillo, sembravano cattolici di antica data.
Ho parlato della speranza cristiana. I manifesti li ho intravisti alla fine e poco dopo, quando il feretro ha lasciato il piazzale, li hanno staccati. Io sono un parroco, quello che succede all'esterno non è di mia competenza». A parlare è don Giancarlo Manieri, parroco di San Giovanni Bosco dove stamattina sono stati celebrati i funerali di Vittorio Casamonica. «In ogni caso questo è l'anno della Misericordia come avrei fatto a cacciare via la gente? - aggiunge - Se qualcuno mi chiede un funerale per un defunto io lo celebro a meno che non ho indicazioni dall'alto come avvenuto per Piergiorgio Welby quando il cardinale Ruini disse di "no, mi assumo la responsabilità". Cosa che in questo caso non c'è stata
». Il parroco spiega ancora: «Sapevo che si trattava di un componente della famiglia Casamonica ma non che fosse il capo del clan. Me ne avevano parlato inoltre come di un cattolico praticante».



Anzaldi (Pd):
«Nessuno sapeva dell'elicottero?». «Funerale Casamonica: oggi nessuno dice di sapere niente, ma di sorvolo elicottero su Roma Enac, Enav e Aeroporto Ciampino erano informati?». Lo ha scritto su twitter il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.



La notizia ripresa dal New York Times. Il funerale stile "Il Padrino" è finito anche sul New York Times. Il sito del quotidiano ha pubblicato un articolo dell'agenzia Reuters dedicato al funerale «sfarzoso, con petali di rose rosse lanciati da un elicottero e le note del film Il Padrino». «Hai conquistato Roma, ora conquista il paradiso», recita uno dei cartelli esposti sul cancello della Chiese dove si sono svolti i funerali. «Re di Roma» si legge su un altro. L'articolo fa riferimento anche alle denunce e alle critiche giunte dalla politica italiana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA