Canili pieni, cancelli chiusi i randagi restano in strada

Canili pieni, cancelli chiusi i randagi restano in strada
di Marco Pasqua e Raffaella Troili
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Giovedì 31 Luglio 2014, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 08:31
Sui cani randagi necessario l’aiuto dei cittadini. Ci segnalino le situazioni di pericolo, i guardiaparco - un paio per ogni area naturale - non possono presidiare un territorio così sterminato». Maurizio Gubbiotti, commissario straordinario di Roma Natura, è andato nel parco della Marcigliana, il giorno dopo l’aggressione selvaggia a Nunzia da parte di tre cani. La quarantenne stava correndo come spesso fa al mattino, quando le si sono avventati contro, azzannandola in tutto il corpo. Pensare che in primavera proprio lì, era stata portata avanti una campagna contro il randagismo.



L’ORDINANZA

Campagna forse un po’ sterile, vista la situazione dei quattro canili comunali. Nessuno di questi, infatti, può accogliere nuovi cani randagi. Per quello principale, quello della Muratella – aperto nel 2003 - è in vigore una precisa ordinanza firmata dalla Asl, e datata 16 maggio, che vieta l'accettazione di nuovi animali. Il motivo? Il sovraffollamento della struttura. Col risultato che anche quando ad esempio la polizia telefona, come riferisce Simona Novi, presidente dell'associazione volontari canile di Porta Portese (che gestisce la Muratella), perché si è imbattuta in un animale randagio, questo non può trovare riparo nella struttura. «Da giorni vengono segnalati branchi di cani randagi a Villa Ada e su via Salaria, ma noi non possiamo fare nulla», spiega la Novi. A oggi, nel canile sono ospitati 600 cani. «Per la Asl – sottolinea la Novi – la capienza massima è di soli 300. Da qui l'assurda ordinanza. Assurda, perché abbiamo duecento gabbie singole, oltre a 200 gabbie doppie. Per la Asl, però, in quelle doppie non possono starci due animali».



GLI ABBANDONI

Così, da quando è stata diramata la nota della Asl, sono stati già respinti 90 cani. «Possono essere accettati solo quelli mordaci o feriti – spiega Alfredo Parlavecchio, guardia zoofila e agente di polizia giudiziaria dell'associazione Earth – Pochi giorni fa ne ho soccorso uno in strada: era senza microchip, quindi, di proprietà del sindaco e del Comune. Il veterinario Asl intervenuto sul posto mi ha comunicato che quel cane doveva essere lasciato là». Da qui la decisione dell'associazione di denunciare il sindaco per maltrattamento di animali e omissioni di atti d'ufficio. Una situazione allarmante, se si pensa che, nei mesi estivi, aumentano i padroni incivili che decidono di abbandonare i propri animali in strada. La media degli abbandoni è di circa 500 cani, nei tre mesi clou (giugno, luglio e agosto). Alla Muratella sono costretti ad allargare le braccia e anche gli altri tre canili sono completi: l’ex Poverello a Vitinia, Ponte Marconi e della Valle dei Cuccioli. Alcuni di queste (a Vitinia e la Valle dei Cuccioli), verranno chiusi, come stabilito da una delibera di giunta del 22 maggio.

Da ieri, comunque, sul sito di RomaNatura si invitano «tutti i residenti e frequentatori della parte settentrionale della Riserva a collaborare col servizio Sorveglianza (3346842201 e 0687121687) per segnalare i cani vaganti della zona. E prendano le necessarie precauzioni astenendosi dal frequentare da soli questi tratti. Soprattutto speriamo che nessuno abbandoni il proprio cane durante le vacanze destinandolo a morte certa».



POCHI UOMINI

Quella della Marcigliana, per metà privata, per metà agricola, è l’area più grande della rete urbana di parchi gestita da RomaNatura. «Non è semplice presidiare né gestire parchi così grandi. Spesso diventano luogo di degrado illegale, tra scarichi, insediamenti, prostituzione. Le risorse che abbiamo sono inesistenti: 200 mila euro l’anno dalla Regione per un totale di 16 mila ettari di territorio e 14 parchi più la riserva marina». I 35 guardiaparco di RomaNatura, pochi e appassionati, monitoranno il territorio come possono. In quell’area già c’erano stati altri interventi. Ma il problema, ricorda RomaNatura, non sono gli animali in sé, quanto gli abbandoni, «a volte i padroni si liberano di razze che non sanno gestire e che in branco, inselvatichiti, possono diventare difficili da gestire».





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