Camilluccia, tre arresti per il sequestro Fanella

Camilluccia, tre arresti per il sequestro Fanella
di Marco De Risi
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Martedì 8 Luglio 2014, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 08:16

”Il Pupillo”, com’era chiamato Silvio Fanella, 41 anni, il broker ucciso il 3 luglio scorso, a colpi di pistola nella sua lussuosa casa alla Camilluccia, aveva subito un tentativo di sequestro due anni fa. Oggi i Ros dei carabinieri hanno fatto luce su questo episodio arrestando tre persone: Roberto Macori e Aniello Barbetta e Giovanni Plastino già detenuto per altro in carcere per un'altra vicenda. Era il 29 agosto del 2012 quando Macori e Barbetta avrebbero cercato di rapire il broker e cassiere della banda di Gennaro Mokbel. L’azione armata fallì per pura casualità. Silvio Fanella, quel giorno, si spostò con un’auto diversa da quella usata fino ad allora e sviò l’azione del commando. Una storia che ha mille rivoli quella del faccendiere ucciso, legata a doppio filo ad un iperbolico riciclaggio internazionale realizzato attraverso le società Telecom Sparkle e Fastweb. Una truffa senza precedenti da oltre 2 miliardi di euro.

Ecco che, dalle indagini dei carabinieri, è emerso in modo chiaro come l’attività di cassiere della banda abbia esposto Silvio Fanella fino all’omicidio.

Anche nel fallito rapimento di due anni fa, Roberto Macori e Aniello Barbetta erano a caccia del tesoro detenuto dal broker. Roberto Macori, conosciuto come Capoccione, ha avuto un ruolo nella truffa capeggiata da Gennaro Mokbel e proprio per questo, presumibilmente, sapeva del tesoro di Fanella. Secondo i carabinieri, Roberto Macori ha deciso il sequestro trovando alleanze nel carcere di Frosinone dove era detenuto come uno dei responsabili della maxi truffa. Il tentativo di sequestro di due anni fa sarebbe stato sponsorizzato anche dal clan mafioso dei Cassotti.

Ma non solo. Nel gruppo di persone che tentò di rapire Silvio Fanella c'era anche un appartenente alla banda della Magliana che però gli inquirenti non hanno identificato. È quanto emerge in un passaggio del decreto di fermo emesso dalla Procura di Roma ed eseguito oggi dai carabinieri del Ros. Nel provvedimento viene ricostruita la genesi e la dinamica del blitz. Si descrive l'arrivo da Melfi a Roma di Aniello Barbetta e Giovanni Plastino. Nell'auto i carabinieri misero una microspia. In quelle conversazioni ci sono diversi 'omissis' ma in una di queste Barbetta chiede a Plastino «se la persona di bassa statura, loro complice, fosse di Roma o meno». Quello «confermando le origini capitoline, aggiungeva che la 'personà a cui faceva riferimento, aveva militato nella banda della Magliana, quindi non era un soggetto da sottovalutare».

Invece, mancano ancora all’appello i due ricercati che, insieme a Giovanni Battista Ceniti (il bandito ferito e arrestato) hanno fatto irruzione travestiti da finanzieri in casa di Fanella il 3 luglio scorso. Il loro obiettivo era sequestrare il broker che ha reagito ed è stato ucciso con un colpo di pistola al petto.

I carabinieri, all’indomani dell’omicidio, hanno rinvenuto il tesoro di Silvio Fanella. In un’intercapedine di una casa del broker a Pofi (Frosinone) i militari hanno sequestrato 500.000 euro in varia valuta e una cascata di diamanti che devono essere ancora stimati.

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