Incidente in Bolivia: «Mia figlia morta per le sue passioni»

Incidente in Bolivia: «Mia figlia morta per le sue passioni»
di Laura Bogliolo
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Martedì 2 Settembre 2014, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 23:51

Non preoccuparti mamma, sto bene, domani inizieremo la traversata del deserto di sale e per cinque giorni non potr chiamarti perch il cellulare l non prende, ci sentiamo sabato, stai tranquilla.

Rinalda Di Stefano non ha più fatto quella telefonata. «Mi chiamava ogni sera, adesso non sentirò più la sua voce» dice piangendo mamma Onorina nella casa di San Giovanni, in provincia de L’Aquila dove era cresciuta la geologa morta nell’incidente che ha coinvolto un bus turistico in Bolivia insieme al compagno, Franco Cembran, tecnico audio-video a La7. «Non avrei mai pensato che potesse morire in Bolivia, amava l’avventura, amava i deserti, mi ha chiamata l’ultima volta il 24 agosto» dice l’anziana mamma a Donato Circi, il sindaco del paesino che ieri è andato a trovarla. Rinalda era partita da Roma il 16 agosto insieme al compagno, era la guida del tour organizzato con Viaggi e Avventure nel mondo insieme ad altre quattro persone.

L’ULTIMO CONTATTO

«Dovevano tornare il 7 settembre, ho avuto l’ultimo contatto con lei lunedì 25 agosto tramite WhatsApp - racconta Luigina, una delle sorelle di Rinalda - aveva detto anche a me che per qualche giorno non avrebbe potuto chiamare, mi ha inviato l’ultima foto: lei e Franco un po’ stanchi, ma felici dentro una tenda in Bolivia. Mi ha chiesto di rassicurare mamma nei giorni in cui non avrebbe potuto chiamare». Rinalda, geologa all’Ispra, era molto vicina alla mamma, soprattutto dopo la morte del papà Nunzio. «Mia sorella amava l’avventura e i viaggi, aveva preparato l’itinerario in Bolivia e Perù con grande cura - aggiunge Luigina, che nella vita fa l’infermiera - non ha mai fatto vacanze in alberghi a cinque stelle, adorava il contatto con la natura e soprattutto con i deserti, la sua grande passione, aveva dormito negli accampamenti dei beduini in Marocco, aveva visto l’alba con gli elefanti in Namibia, era un suo grande sogno vedere il deserto di sale Salar de Uyuni, aveva sempre una gran voglia di partire, di scoprire». Rinalda considerava il viaggio di «difficoltà medio-alta - aggiunge la sorella - ed era sempre molto prudente. Nell’ultima chat su WhatsApp mi aveva raccontato che l’altitudine le aveva provocato mal di testa, mentre Franco aveva problemi allo stomaco, ma nulla di grave, mi aveva rassicurata e non ero preoccupata». L’ultimo selfie è del 21 agosto: Rinalda ride e sullo sfondo ci sono le amate montagne. Verrà sepolta a San Giovanni nella cappella di famiglia accanto al papà.

ALTA VELOCITÀ

Partiti da Tupiza, Rinalda e Franco hanno attraversato il deserto di sale e visitato Laguna Colorada. Poi hanno lasciato i fuoristrada, preso un bus a due piani di linea che ha percorso la Panamericana. L’incidente è avvenuto dopo qualche ora tra Potosì e Oruro in direzione La Paz, vicino a Challapata. «Forse è stata l’alta velocità a provocare l’incidente - dice Luigina - la Farnesina non ci ha ancora chiamati, ha sentito la famiglia di Franco. Aspettiamo di sapere quando potremmo riavere le salme. Si amavano tanto, ora continueranno a stare insieme, per sempre».

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