«Peccato che tra il dire ed il fare ci siano di mezzo il Comune di Roma ed il Ministero per i Beni e Attività Culturali», si legge nel post, che poi accusa: «Il Comune di Roma ed il Mibac, che negli anni hanno autorizzato al Circo Massimo un po' di tutto nonostante il parere contrario della Soprintendenza Speciale per i beni archeologici, ci ha inviato il 31 luglio una secca risposta: la manifestazione è troppo importante, l'allestimento troppo grande per questa area. Se volete, Italia 5 Stelle la fate altrove, forse». Il Movimento, scrive Grillo che correda il post con una serie di manifestazioni tenutesi proprio al Circo Massimo, ha però insistito.
Il Campidoglio «Per organizzare manifestazioni in aree sottoposte a vincoli archeologici, come il Circo Massimo, è necessario il parere vincolante di un tavolo tecnico, a cui spetta il compito di decidere se l'evento per cui è stata avanzata la richiesta sia compatibile con le caratteristiche del sito scelto - scrive il Campidoglio in una nota - Al tavolo siedono: la soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio, la sovrintendenza capitolina, il I municipio e il gabinetto del sindaco».
«In assenza di un parere positivo del tavolo tecnico, nessuna delle parti coinvolte può procedere autonomamente al rilascio dell'autorizzazione per ogni sorta di evento, pena la denuncia all'autorità giudiziaria - continua in una nota - Nel caso della manifestazione richiesta dal Movimento 5 Stelle, si rileva come dopo il primo diniego del tavolo tecnico, fondato sulla estensione ma soprattutto sulla durata dell'evento al Circo Massimo, si sia svolta una riunione tra esponenti del movimento politico e l'amministrazione di Roma Capitale proprio per cercare di individuare un nuovo progetto, depositato lo scorso 20 agosto dal M5S, da sottoporre al tavolo tecnico come prevedono la legge e i regolamenti. In quella sede Roma Capitale si esprimerà positivamente rispetto alla richiesta avanzata».
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