Roma, giallo sul graffito del Papa in Vespa: è Banksy?

Roma, giallo sul graffito del Papa in Vespa: è Banksy?
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Giugno 2014, 11:38 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 19:25

Che sia frutto del suo ingegno e delle sue provocazioni o un semplice “fake”, e quindi un falso, resta comunque il mistero. Sua o no, l’opera comparsa su un ponteggio in via della Conciliazione, accende i riflettori su Banksy, lo street artist inglese, che dopo il successo avuto a New York nei mesi scorsi, sembra ora intenzionato a “colpire” la Capitale.


Di Banksy si conoscono le opere, disseminante in molte città internazionali, più che il volto, considerato il fatto che, pur rispondendo al presunto nome di Robin Gunningham, nato a Bristol, la sua identità resta ancora oggi misteriosa.

Su quello che dovrebbe essere il suo sito internet – comunque non ufficiale –, l’home page annuncia da giorni il suo arrivo in città e per molti l’artista è già all’opera.

L’OPERA

Lunedì sera, ai piedi della Basilica di San Pietro, sui ponteggi della chiesa di Santa Maria in Traspontina, chiusa per restauro, è apparso un disegno raffigurante Papa Francesco a bordo di una vespa, con le vesti mosse dal vento, intento a sistemarsi gli occhialetti da vista sul volto. A margine dell’opera si leggeva chiaramente la firma di Banksy, ma il disegno in poche ore è scomparso, senza lasciare traccia. A vedere il graffito, sono molti quelli che tra curiosi, appassionati e intenditori, non escludono la possibilità che si tratti proprio di una sua opera.

La cifra stilistica, la tecnica delle ombre, quella del bianco e nero, usata per raffigurare Papa Bergoglio non è affatto dissimile da quella che contraddistingue molti suoi lavori. Per quanto quei minimi accenni di colore, riservati a piccoli dettagli e sempre visibili in ogni suo graffito, in questo caso non ci sono. Pertanto, solo eventuali altri graffiti in giro per Roma, potranno dire, nei giorni a venire, se quell’artista osannato nel mondo sia davvero in giro per la città, armato di vernici spray e pennelli.

SU FACEBOOK

Sui sociali network, intanto, è partita la caccia all’uomo. Banksy è arrivato? Quanto si fermerà? Perché Papa Francesco come soggetto della prima opera romana? Dopo il soggiorno newyorkese dello scorso ottobre, in cui la città ospitò Banksy come artista residente, permettendogli di realizzare un’opera al giorno, la Capitale potrebbe essere la nuova tappa. A chi è riuscito a incontrarlo durante il soggiorno newyorkese, chiedendogli perché Roma come prossima città, Banksy sembra aver risposto: «Perché New York è la mela del mondo mentre Roma è il suo ombelico». La pancia del mondo, dunque, in senso chiaramente artistico, che da mesi si nutre – guarda caso – proprio di street art.

Dai lavori del collettivo Blu, che hanno invaso i palazzi di via del Porto Fluviale, all’iniziativa Sanba per la riqualificazione di San Basilio, fino al tanto discusso progetto di William Kentridge, per le sponde del Tevere, tutt’ora sospeso, che comunque sarà discusso proprio dall’artista sudafricano, in arrivo nella Capitale venerdì, il prossimo 30 giugno al museo Maxxi. Per quanto riguarda la scelta del soggetto, invece, la volontà di raffigurare Papa Francesco risponderebbe in pieno alla filosofia Banksy: attaccata al racconto della realtà e dei suoi personaggi che, nel bene e nel male, rappresentano il tramite e il simbolo usato dall’artista per le sue denunce o le sue «santificazioni».