Bimbo morto soffocato all'Ikea,
nessuna noma prevede il medico
nei centri commerciali

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Martedì 18 Marzo 2014, 10:30
Non c’ una legge che impone il presidio medico fisso, con medici professionali.

Nè all’Ikea e nemmeno negli altri centri commerciali. La norma “626” sulla sicurezza impone piuttosto la presenza di personale addestrato al primo soccorso; e magari in grado di intervenire come se fosse un paramedico.



E tutto questo, almeno a sentire Franco Turco, lo store manager di Ikea Porta di Roma, il giorno della tragedia c’era. «Sono stati attimi difficili - racconta il manager - Una collega della cassa ha sentito le urla della madre e ha allertato il responsabile di turno, come prevede la procedura interna. Il responsabile ha subito chiamato il 118, poi è corso sul posto insieme alla squadra di primo soccorso». Sono in tutto cinquanta i dipendenti di Ikea all’interno del centro commerciale addestrati a praticare gli interventi salvavita dopo un corso della Croce Rossa. Due i defibrillatori. «In due hanno fatto le manovre di disostruzione», spiega Turco. Ma non sono riusciti a liberarlo perché il bambino continuava a non respirare. «Nel frattempo con l’altoparlante è stato chiesto l’intervento di un medico. Quattro persone si sono presentate e a quel punto i nostri dipendenti hanno lasciato fare a chi era più esperto. Il 118 è stato chiamato due volte e sono stati allertati anche i carabinieri, è scattato il piano di emergenza del centro commerciale. Ai carabinieri abbiamo consegnato le registrazioni video e quelle telefoniche».



Ma è davvero possibile che in un centro commerciale così grande non sia prevista un’ambulanza e un presidio sanitario? «Nessuna norma lo impone - conferma Turco - Noi abbiamo un medico aziendale ma non è sempre presente».



LA CROCE ROSSA

Eppure il problema esiste, perché quello che è capitato al piccolo Francesco potrebbe capitare ovunque. In un ristorante, in un cinema oppure in un grande magazzino. A questo proposito, in assenza di una precisa normativa che impone l’obbligo di garantire la presenza di medici specializzati in tutti i luoghi frequentati dai bambini, valgono le raccomandazioni dei tecnici della Croce Rossa, che insistono affinché l’apprendimento delle manovre di base per la disostruzione delle vie aeree sia diffusa il più possibile tra la popolazione. Una vera e propria campagna per veicolare queste tecniche è cominciata nel 2005, anche grazie al contributo di un medico della Croce Rossa, Mario Squicciarini, che ha tradotto in italiano le linee guida internazionali e ha creato opuscoli e video dimostrativi per spiegare le manovre nella maniera più semplice. Nel caso in cui nessuno tra i primi soccorritori sia in grado di praticare la manovra di disostruzione, occorre allertare immediatamente il 118. E a quel punto la sorte della persona che si trova in difficoltà è affidata alla tempestività dei soccorsi. «Se fossero arrivati subito, mio figlio si sarebbe salvato», ha detto ieri la mamma di Francesco. Su questi aspetti, probabilmente, dovrà fare qualche accertamento la procura di Roma.