Non aprite quelle porte: viaggio nel degrado dei bagni pubblici

Non aprite quelle porte: viaggio nel degrado dei bagni pubblici
di Lorenzo De Cicco e Camilla Mozzetti
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Lunedì 28 Luglio 2014, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 18:29

Rubinetti rotti, cartacce, assorbenti usati, rifiuti organici di vario tipo, sacchi dell’immondizia. Ecco come i bagni di ristoranti e bar del centro storico accolgono ogni giorno romani e turisti in visita nella Capitale.

Da piazza Venezia a Prati, dall’Esquilino al Colosseo, da Largo Arenula alla stazione Termini: tre bagni su cinque, come denuncia il Codacons, versano in condizioni disastrose. Dietro la porta delle toilette, solo sporcizia e degrado. E le poche eccezioni riguardano quasi sempre bagni «riservati ai soli clienti».

IMMONDIZIA

Il viaggio nel degrado dei bagni degli esercizi pubblici comincia in fondo alla scala a chiocciola di un bar di via del Corso.

Una discesa agli inferi, al termine della quale gli avventori sono accolti da tre sacchi dell’immondizia maleodoranti accatastati accanto alla porta del bagno. Con i servizi invasi da cartacce sporche e liquami organici. Carta igienica e sporcizia anche a piazza Venezia, mentre a largo Caetana Agnesi, sul lavandino di un locale, troneggiano assorbenti da donna. E va bene che la responsabilità di questo degrado è in parte anche dei clienti, ma la pulizia da parte dei gestori è considerata, a conti fatti, un evidente perditempo. E ancora: in via Giovanni Giolitti, un altro bar ha la toilette con il pavimento traballante: le grate, rotte in più parti, rappresentano un vero e proprio pericolo per i clienti. In via Francesco Crispi un bar mette a disposizione dei clienti un wc rotto, senza tavolette e invaso di pezzi di carta igienica sui bordi e sul pavimento. Inutile dire poi che quasi tutti i locali sono sprovvisti di saponi, spesso perfino di carta igienica.

FUORI USO

Per evitare di mantenere pulito e in ordine il bagno della propria attività, molti esercenti risolvono a monte il problema: chiudono i wc, paventando falsi guasti. Le segnalazioni al riguardo, raccolte dal Codacons, superano le cento unità a settimana. «E a pagarne le spese – spiega l’associazione dei consumatori – sono sempre e solo i turisti, diversamente da quanto accade in molte altre città internazionali, dove il servizio di toilette non solo è garantito, ma soprattutto pulito».

LO SLALOM

A rimetterci quasi sempre sono i turisti, che dopo le passeggiate nel centro tra i monumenti, sono costretti a fare slalom nel degrado per poter usufruire dei servizi igienici. «Il problema dei bagni è atavico per Roma», denuncia Andrea Costanzo, presidente della Fiavet, la federazione delle imprese turistiche della Capitale. «È incredibile come un normale bisogno degli ospiti della città non venga considerato come un segno di civiltà. In passato sono pervenuti annunci di vespasiani multifunzione che avrebbero anche fornito informazioni sulla città, naturalmente nulla è accaduto».

La Fiavet ora chiede alla polizia locale di «effettuare controlli nei bar perché tale servizio sia garantito e idoneo. L’amministrazione potrebbe anche supportare con sgravi o aiuti chi, per ubicazione, si trova a dover servire un gran numero di turisti e senza questo essere costretto a dichiarare il bagno guasto».

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