Rubinetti rotti, cartacce, assorbenti usati, rifiuti organici di vario tipo, sacchi dell’immondizia. Ecco come i bagni di ristoranti e bar del centro storico accolgono ogni giorno romani e turisti in visita nella Capitale.
Da piazza Venezia a Prati, dall’Esquilino al Colosseo, da Largo Arenula alla stazione Termini: tre bagni su cinque, come denuncia il Codacons, versano in condizioni disastrose. Dietro la porta delle toilette, solo sporcizia e degrado. E le poche eccezioni riguardano quasi sempre bagni «riservati ai soli clienti».
IMMONDIZIA
Il viaggio nel degrado dei bagni degli esercizi pubblici comincia in fondo alla scala a chiocciola di un bar di via del Corso.
FUORI USO
Per evitare di mantenere pulito e in ordine il bagno della propria attività, molti esercenti risolvono a monte il problema: chiudono i wc, paventando falsi guasti. Le segnalazioni al riguardo, raccolte dal Codacons, superano le cento unità a settimana. «E a pagarne le spese – spiega l’associazione dei consumatori – sono sempre e solo i turisti, diversamente da quanto accade in molte altre città internazionali, dove il servizio di toilette non solo è garantito, ma soprattutto pulito».
LO SLALOM
A rimetterci quasi sempre sono i turisti, che dopo le passeggiate nel centro tra i monumenti, sono costretti a fare slalom nel degrado per poter usufruire dei servizi igienici. «Il problema dei bagni è atavico per Roma», denuncia Andrea Costanzo, presidente della Fiavet, la federazione delle imprese turistiche della Capitale. «È incredibile come un normale bisogno degli ospiti della città non venga considerato come un segno di civiltà. In passato sono pervenuti annunci di vespasiani multifunzione che avrebbero anche fornito informazioni sulla città, naturalmente nulla è accaduto».
La Fiavet ora chiede alla polizia locale di «effettuare controlli nei bar perché tale servizio sia garantito e idoneo. L’amministrazione potrebbe anche supportare con sgravi o aiuti chi, per ubicazione, si trova a dover servire un gran numero di turisti e senza questo essere costretto a dichiarare il bagno guasto».