Il più anziano è un ex dirigente d'azienda romano, mentre gli altri due vivono ad Aprilia e a Zagarolo. Nei loro confronti sono stati disposti gli arresti domiciliari. Sale così a 20 il totale degli indagati tra la prima e la seconda fase dell'indagine. Tutti uomini con un'età compresa tra i 35 e gli 80 anni. Per nove di loro è stata emessa la custodia cautelare in carcere. Gli agenti del settore operativo della polizia ferroviaria, diretti dal dottor Emanuele Fattori, sono arrivati agli ultimi tre arrestati ieri, attraverso l'analisi dei tabulati telefonici, nel corso di ulteriori approfondimenti avviati al termine della prima fase dell'operazione. I clienti, che anche in questo caso non avevano costituito un vero e proprio sodalizio, aspettavano l'arrivo dei minorenni provenienti soprattutto dai campi rom di Aprilia, all'ingresso di via Giolitti.
I LUOGHI
L'appuntamento con i baby gigolò, che per ogni prestazione chiedevano dai 20 ai 35 euro, era nei pressi delle scale mobili. Da qui si dirigevano al binario 29, così come è emerso anche nelle intercettazioni, e poi salivano a bordo dei treni in sosta lunga, oppure si appartavano in macchina o raggiungevano i loro appartamenti. «Io sto andando via perché ho appena fatto al binario 29 con un ragazzo che era qui alle scale mobili», si dicevano due indagati intercettati nella prima fase dell'inchiesta. E ancora: «Ma senti - chiede un cliente ad uno dei ragazzini adescati - io ti volevo sentire l'altro giorno so stato benissimo! Tu? Ti è piaciuto l'altro giorno?». Intercettate anche le reazioni ai primi arresti. «C'è un sacco di polizia - si dicono due indagati - mo se li so presi tutti e l'hanno portati in ufficio. Tanti in borghese, tanti di qua, tanti di la». E l'altro chiede: «Ma veramente? Quindi non si fa più niente?».«C'è stata la retata amò - gli risponde un indagato - la retata c'è stata!».
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