Il piano Atac, nuovi ticket da 48 ore

Il piano Atac, nuovi ticket da 48 ore
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 10 Dicembre 2014, 06:13 - Ultimo aggiornamento: 23:22
Una boccata di ossigeno per l'Atac, mentre su un altro tavolo prosegue la trattativa per reperire in leasing seicento nuovi bus. Ieri la giunta regionale ha votato una delibera che prevede una diversa spartizione degli incassi da Metrebus. Complicato? No, semplice: attualmente per il biglietto da 1,5 euro che dentro Roma consente di usare anche i treni delle ferrovie di Trenitalia e i pullman del Cotral, oltre ovviamente alla metro e ai bus, solo il 68 per cento finisce nelle casse dell'Atac. Dal primo gennaio cambia la proporzione e l'azienda dei trasporti prenderà una fetta più consistente, vale a dire l'86 per cento. Dunque, l'Atac dovrebbe aumentare quasi del 30 per cento quanto incassa dal Metrebus Roma (pure di più, se riuscirà a contrastare il fenomeno dell'evasione).



OPPORTUNITÀ

Secondo tassello importante, che però riguarda soprattutto i turisti: dal primo gennaio entreranno in vigore dei nuovi biglietti, sull'esempio di altre capitali europee, della durata di due e tre giorni. In sintesi: resta la formula del ticket che vale per 24 ore e costerà 7 euro. Viene introdotto quello da 48 ore e costerà 12,5 euro. Inoltre, per quanto riguarda la formula dei tre giorni, ci sarà una validità effettiva di 72 ore che costerà 18 euro.

1,7mld

Il debito accumulato negli ultimi dieci anni dall'azienda del trasporto pubblico della Capitale

«Questa formula - osserva l'assessore dei Trasporti della Regione, Michele Civita, artefice di questa riforma - va incontro alle esigenze di chi viene in vacanza a Roma, ma anche di chi arriva nella Capitale per lavoro e si ferma per qualche giorno. Cambia anche la distribuzione degli incassi del Metrebus Lazio, in quel caso più a favore di Cotral e Trenitalia, ma in linea di massima l'obiettivo vero è spingere le aziende a contrastare con più efficacia il fenomeno di coloro che viaggiano senza pagare il biglietto».



LEASING

In definitiva, dalla riforma dei biglietti varati ieri dalla giunta regionale tende una mano al Campidoglio e alle casse di Atac, un'azienda in profondo rosso. E qui si arriva alla notizia, diffusa domenica dall'assessore del Comune, Guido Improta, delle trattative per trovare 600 nuovi bus in leasing. Si era parlato di un fondo sovrano cinese, ma era anche emerso il nome della Kinglong, colosso dello Xiamen, con una filiale anche in Italia e coinvolta nel salvataggio degli stabilimenti di Irisbus («ma io non ho mai parlato di Kinglong» ieri ha precisato l'assessore Guido Improta). In realtà, il nodo vero è che si tratta di una trattativa assai delicata, che non coinvolgerà ovviamente solo partner cinesi (la france Bollorè, ad esempio, in questi giorni fornisce i bus elettrici per le navette di Natale).



LA FLOTTA

L'Atac ha grande necessità di nuovi autobus. L'età media dei mezzi è molto alta, 9,3 anni. Su 2.300 bus, circa 600 sono poi inutilizzabili, perché non possono essere riparati. In sintesi: la situazione è disastrosa e, più passa il tempo, più è destinata a peggiorare. Per questo, nel nuovo piano industriale dell'Atac è stato prevista l'acquisizione con la formula del leasing di 600 bus nell'arco temporale che arriva fino al 2019. Di fatto è una cifra pari al numero di mezzi che attualmente risultano non funzionanti. Qualche settimana fa l'assessore Improta aveva spiegato nel corso di un'audizione nella III commissione capitolina in cui ha illustrato il piano industriale: già l'innesto di 330 nuovi autobus dovrebbe consentire un incremento del tasso di regolarità delle corse, dall'83 al 93 per cento.