Esposito contro lo sciopero bianco nei Trasporti: «Farò un blitz al giorno, questa agitazione deve finire»

Esposito contro lo sciopero bianco nei Trasporti: «Farò un blitz al giorno, questa agitazione deve finire»
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 1 Agosto 2015, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 11:19
«Aspetti che non si sente bene... Sto in galleria, è tutto bloccato». Assessore Esposito, la metro si è fermata un'altra volta? «No, no. Sto andando a Olbia con i miei figli per il week-end. Torno a Roma lunedì, da quel momento inizierò a fare sopralluoghi a tappeto in metro. Un blitz al giorno, tutto in borghese. Lo sciopero bianco deve finire».

Sarebbe anche ora, oggi è un mese esatto dall'inizio dei disagi...

«Questa situazione è insopportabile. Anche perché quindici giorni fa è stato firmato un accordo con Cigl, Cisl e Uil. Una scelta epocale, se pensiamo alle abitudini negli anni passati...».



Anche i sindacati hanno le loro colpe nel collasso dell'azienda?

«Certo, anche loro hanno la loro quota di responsabilità, non possono tenersi fuori. Con l'accordo però segniamo una svolta per Atac. Ora dobbiamo spiegarlo ai romani. Anche se in fondo chiediamo cose normali: timbrare il cartellino, dare il salario accessorio solo a chi lavora davvero, aumentare le ore di guida per adeguare Roma alle altre città italiane. I confederali lo hanno capito. Ma ci sono piccoli sindacati autonomi che lavorano contro l'accordo. Incontrerò anche loro la prossima settimana. Ma poi...».



Poi?

«Poi saremo durissimi. Certe sigle stanno usando gli utenti come carne da macello per i loro interessi inaccettabili. Il prezzo non possono pagarlo i romani».



Sembra parlare di una guerriglia, lei che ha conosciuto da vicino quella dei No Tav...

«Ma certi sindacati sono pure peggio. Ai No Tav riconosco almeno la dignità di essere degli eversori. Questi piccoli sindacati invece sono solo approfittatori. Penso all'Usb: convoca per il 7 agosto uno sciopero contro la privatizzazione. Una cosa che ancora non esiste. Questo è un atteggiamento inaccettabile. Prendono lo stipendio per usare i romani come carne da cannone. Io credo una cosa: che per salvare Atac dobbiamo avere a bordo più persone possibili. Poi però dobbiamo essere durissimi contro chi continua con lo sciopero bianco. Le sanzioni ci saranno e saranno pesanti».



Fino al licenziamento?

«Certo, fino al licenziamento».



A proposito di sanzioni: il suo primo atto da assessore è stato quello di chiedere ad Atac di ritirare la sospensione di Christian Rosso, l'autista del video virale in cui parla dei disservizi e delle presunte colpe dell'azienda...

«Ho chiesto io ad Atac di organizzare l'incontro di oggi (ieri, ndr). In questo momento di difficoltà non possiamo farci odiare dai lavoratori, dobbiamo cercare il sostegno di tutti. L'atteggiamento deve essere quello dei padri di famiglia, del buonsenso. Non era stato commesso un crimine, la sanzione deve essere proporzionata. Il nostro nemico non è Christian Rosso, ma i piccoli sindacati conservatori».



Il sindaco Marino però, parlando del caso, ha detto che chi sbaglia deve pagare. C'è stato già uno scontro tra voi?

«Ma no, questa polemica è stata solo giornalistica. Con il sindaco ne ho scherzato. Poi capiterà in futuro che avremo opinioni diverse. Quando sono stato chiamato qui, si sapeva chi ero. Sono uno che le cose non le dice alle spalle».



Ci dica allora: come si procederà al salvataggio di Atac? Il sindaco ieri ha fatto capire che l'unica via è l'entrata di un partner privato. Ci sono alternative?

«Oggi l'azienda può solo parlare della riduzione del debito, senza nessuna possibilità di investimenti. Dovremo tirare fuori 178 milioni per la ricapitalizzazione. Se non entra un partner forte, dovremo rifarlo tra sei mesi o un anno. Le pare possibile?».



Lo dica lei...

«No. Questa sarà l'ultima volta che metteremo le mani nelle tasche dei cittadini romani. Per questo il sindaco pensa a un partner al 49%. Ovviamente non si possono vendere quote di un'azienda decotta, per questo dobbiamo ringraziare i manager che stanno risanando i conti».



I sindacati ieri hanno proposto la creazione di un'unica azienda regionale. È un'ipotesi realistica?

«Ma i sindacati propongono questa agenzia unica regionale un po' ovunque in Italia. Valuteremo, ma io ho espresso i miei dubbi. Anche perché dobbiamo prima sapere cosa ne pensa la Regione. Ne parlerò con il governatore Zingaretti la prossima settimana».

Si è parlato anche di un intervento delle Ferrovie.

«Ma i sindacati devono capire che le Ferrovie non sono la mammella da mungere. Hanno un management serio, che interviene nelle operazioni se ne ha un utile».



Sel ha già detto che è contraria alla privatizzazione. Hanno già appeso in Campidoglio i cartelli con scritto: Vietnam...

«Ma questo è solo avanspettacolo, così come il libro di Erri De Luca che Peciola mi ha lasciato sui banchi in Aula Giulio Cesare. Propaganda, anche perché in Sel ho visto posizioni diverse. Una cosa è certa. Stiamo portando Atac a una svolta. Se la domanda è: si potrebbe fare di più? La risposta è ovvia, sì. Ma bisogna capire anche qual è il punto di partenza. È come se a me chiedessero di gareggiare con Usain Bolt... Non sono Bolt, sono Stefano Esposito».