Atac, sciopero bianco dei macchinisti metro: inchiesta dell'Authority

Atac, sciopero bianco dei macchinisti metro: inchiesta dell'Authority
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 7 Luglio 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 16:39


Lo sciopero bianco dei macchinisti della metro finisce nel mirino dell'Authority. Dal 1° luglio - quando per i conducenti è entrato in vigore l'obbligo di timbrare il cartellino con un badge elettronico, per certificare l'effettiva presenza in servizio - i treni delle metro A e B, ma anche della Roma-Lido, hanno iniziato a viaggiare a rilento, con tempi di attesa record, dai 10 minuti che si sono registrati sulla prima linea ai 45 minuti che hanno dovuto aspettare i pendolari della ferrovia per Ostia. «Disservizi intollerabili», per il sindaco Marino, che ieri ha dato mandato al nuovo direttore generale della municipalizzata, Francesco Micheli, di avviare un'inchiesta interna per appurare se «si tratti di comportamenti individuali di singoli macchinisti, che danneggiano con il loro comportamento l'immagine dell'azienda e la vita dei romani».

Intanto si sta muovendo anche l'Autorità garante per gli scioperi, che ha chiesto «chiarimenti urgenti» alla Prefettura di Roma e all'Atac. La decisione è stata ufficializzata ieri sera alle 18 nella seduta della Commissione dei garanti. Si tratta del primo step per l'avvio di un procedimento di valutazione, al termine del quale l'Autorità potrà multare i sindacati oppure chiedere ad Atac di sanzionare i singoli dipendenti ritenuti responsabili dell'«interruzione di pubblico servizio». «Stiamo effettuando un monitoraggio - spiega il garante Roberto Alesse - per capire se dietro ai disservizi ci siano responsabilità dei sindacati o dei lavoratori».


LA REVOCA Sempre ieri l'Autorità ha deciso di dichiarare «illegittimo» l'ennesimo sciopero dei trasporti, in programma tra dieci giorni, venerdì 17 luglio. La protesta, convocata da Ugl e Orsa, non ha ottenuto il semaforo verde del Garante, dal momento che è stata calendarizzata solo sette giorni dopo la protesta che venerdì prossimo, il 10 luglio, metterà a rischio per 4 ore le corse dei bus periferici della Roma Tpl. Secondo l'Autorità l'intervallo di tempo tra i due scioperi era «troppo ravvicinato».

Lo “sciopero bianco” però va avanti. Anche ieri sui binari delle metro A e B «ha circolato un numero di treni ridotto», ha fatto sapere l'azienda. Risultato: banchine e treni stracolmi, alcuni dei quali, come a San Giovanni, non si sono fermati in stazione. Secondo il sindaco Marino i rallentamenti sarebbero causati da «alcuni conducenti» contrari all'obbligo imposto da Atac «di timbrare il cartellino in entrata e in uscita, così come fanno tutte le persone che vanno a lavoro» e alla decisione di aumentare le ore di guida dei macchinisti a partire dal 1 agosto. Nel video-messaggio postato sulla sua pagina Facebook, Marino ha rivendicato «il diritto dei romani di avere una metropolitana che funzioni come quelle di una capitale di un Paese del G7. È inaccettabile che a Milano i macchinisti guidino 1.100 ore l'anno, a Napoli 950 e a Roma poco più di 700 ore. Bisogna cambiare».

CONTROLLI INTERNI Dopo i disagi dei giorni scorsi, Atac ha deciso di avviare un'indagine interna «per valutare se siano in corso iniziative individuali» illecite, una forma di ritorsione per la riforma del contratto, che ha tagliato anche tutti i salari accessori, che non saranno più distribuiti in automatico ma saranno agganciati alla produttività. «Siamo pronti a denunciare i responsabili», è la linea dell'azienda. Ora però sui ritardi record dei treni vigilerà anche l'Autorità per gli scioperi, che dovrà accertare se dietro ai rallentamenti possa esserci una “regia” dei sindacati.

Quasi tutte le sigle però ieri hanno messo le mani avanti, prendendo le distanze da questa forma di protesta. «Se la notizia di uno sciopero bianco è confermata - ha detto Claudio Di Berardino, segretario della Cgil del Lazio - riteniamo che questo sia un atteggiamento sbagliato». Per Micaela Quintavalle, del sindacato Cambia-menti, invece «non c'è nessuna protesta, semplicemente i macchinisti si attengono alle regole: se un treno non è sicuro non lo fanno partire».

LE ANOMALIE Anche se, fanno notare da Atac, la media dei treni che sono stati «scartati» dai macchinisti è aumentata «a dismisura» proprio in questi giorni, dopo l'entrata in vigore della riforma. Il M5S, da parte sua, ha pubblicato una lettera di «inviata da alcuni macchinisti della Roma-Lido» secondo cui «l'attuale situazione non è frutto di scioperi bianchi» ma del «pessimo stato dei treni in servizio sulla nostra ferrovia». Per Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini, «la situazione è inaccettabile: i romani vanno rispettati. L'Atac risponde che ci sono meno corse, ma è una vergogna».