Atac, fermi da oggi i minibus: mezzi elettrici senza batterie. Centro a rischio caos

Atac, fermi da oggi i minibus: mezzi elettrici senza batterie. Centro a rischio caos
di Riccardo Tagliapietra
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Lunedì 31 Marzo 2014, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 09:08
Atac sospende i minibus. Poche righe appiccicate alle fermate in centro storico e nella pagina on line di muoversiaroma.it per dire a migliaia di persone che da oggi il servizio sar interrotto a data da destinarsi, ovviamente senza uno straccio di spiegazione.

«Le stesse destinazioni delle linee 116, 117, 119 e 125 - scrive Atac che suggerisce percorsi alternativi con i bus ordinari - saranno garantite dalla rete di bus, tram e metropolitana». Impossibile, spiegano i residenti dei rioni interessati, visto che la peculiarità dei minibus è proprio quella di garantire il trasporto attraverso il dedalo di stradine che corrono in centro storico, come piazza di Spagna, via del Corso, Trastevere, Monti, impraticabili per i grandi autobus.

Al centro del disservizio l’ennesima gestione pasticciata di un contratto d’appalto, quello tra Atac e Teconbus, la società che si occupa della manutenzione dei mezzi (altri contratti stipulati con fornitori esterni da Atac erano finiti sotto accusa). Oggetto del contendere le batterie in grado di far andare i minibus: ognuna della due aziende sostiene che sono di competenza dell’altra. E tra i due litiganti ci sono cittadini e turisti che da oggi restano appiedati. Di sessanta minibus in dotazione ad Atac, acquistati con fondi europei, costati circa 200mila euro l’uno, a inizio mese ne circolavano solo 26 proprio a causa dell’usura delle batterie. E da oggi sono tutti fermi.



LA GUERRA

Una guerra cominciata tra Atac e Tecnobus con il precoce deterioramento delle batterie: 3 anni contro i 5 previsti da contratto. Un contratto su cui si stanno scuoiando gli avvocati a suon di raccomandante. Teconbus ha scritto ad Atac intimando di pagare il pregresso, circa 2,4 milioni di euro. Atac, invece, ha risposto per mano dell’ad Danilo Broggi, che trattandosi di una cifra inferiore del 15% del valore complessivo dell’appalto non vi sono gli estremi per interrompere il servizio e che entro giugno una parte sarà saldata, vi sarebbero inoltre altre inadempienze sulla fornitura. Ma a quanto pare Teconbus ha comunque deciso di fermarsi, costringendo Atac ad annunciare il ritiro dei mezzi e a rilanciare, diffidando formalmente l’azienda a proseguire l’assistenza, pena la denuncia penale per interruzione di pubblico servizio e la risoluzione del contratto, crediti compresi. Lettera protocollata, finita anche sul tavolo del prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, visti i risvolti sui cittadini. Ma l’unico risultato, per ora, è che i romani dovranno andare a piedi, o in auto, e il piano traffico dell’assessore Guido Improta, che prevedeva addirittura un incremento della flotta, dovrà restare in un cassetto.

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