Atac, biglietti clonati: un'inchiesta
porta all'azienda australiana Erg

Atac, biglietti clonati: un'inchiesta porta all'azienda australiana Erg
di Riccardo Tagliapietra
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Domenica 10 Novembre 2013, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 07:51
C’ una pista che porta in Australia. quella della Erg Ltd, la prima societ alla quale nel 1998 viene esternalizzato il servizio di biglietteria dell’Atac.

Il sindaco dell’epoca è Francesco Rutelli, presidente di Atac, Mario Di Carlo, deceduto nel 2010, che due anni più tardi (2002) diventerà assessore alla Mobilità della giunta Veltroni. Alla Erg viene affidata la fornitura per la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di un sistema di bigliettazione elettronica e dell’intera rete di vendita dei titoli. All’azienda - che è australiana - spiega un manager di Atac che racconta la storia, viene riconosciuto l’8% degli incassi complessivi. Al comando dell’azienda, in Italia, c’è Maurizio Milan, manager della società australiana, che negli anni successivi continuerà a interagire con Atac fino a diventarne dipendente. Qualche anno fa Milan è uscito di scena, dopo lo scandalo dei biglietti falsi, con una buona uscita di circa 300mila euro, come confermato da alcuni vertici aziendali.



LA PRIMA CRISI

È nel 2002 che scoppia la prima crisi di Erg. L’azienda dichiara di voler uscire dal business, pur non avendo mai portato a compimento la famosa «black list», la procedura con la quale venivano definitivamente cancellati gli algoritmi dei biglietti usati, per evitare la clonazione. Il progetto quindi non decolla come doveva ed Erg accumula penali nei confronti di Atac per circa una ventina di milioni di euro. Atac si accorge dei problemi e l’allora presidente Mauro Calamante scrive al sindaco. La soluzione arriva l’anno dopo, con l’assorbimento da parte di Atac di Erg. Il dibattito politico s’infiamma. Ma sprechi e perdite non preoccupano né il Campidoglio, né i vertici dell’azienda. Nel 2003 Atac decide di istituire una società partecipata, la Transel (70% Atac e 30% Erg), con cui il Comune di Roma e la municipalizzata «sollevano» Erg da tutti i costi e investimenti effettuati, assorbendone il personale. Poi però Transel finisce e torna Erg che nel 2006 «conquista» l’estensione del sistema biglietto integrato a livello regionale, affidato dalla giunta Marrazzo ad Atac per circa venti milioni di euro.



NUOVE AZIENDE

Nel 2008 la Erg viene acquistata da un’altra società, leader mondiale nei sistemi di bigliettazione elettronica nel sistema pubblico e privato, che negherà ogni coinvolgimento in vicende o indagini relative a sprechi o attività illecite riguardanti l’azienda dei trasporti Atac, spiegando che non emette e non ha mai emesso titoli di viaggio per Atac.

Intanto negli anni numerose truffe vengono scoperte e diverse indagini partono sulla questione dei biglietti falsi o clonati. Vengono scoperte stamperie in Italia e all’estero. In mezzo finiscono pure un’indagine della Corte dei Conti e una denuncia dei Consumatori. C’è, quindi, il filone dei ticket falsi che ha già determinato la richiesta di rinvio a giudizio di 15 persone, tra i quali anche tre dipendenti infedeli dell’azienda, per truffa e falso, e c’è anche quello del black out nel software che genera i ticket al fine di impossessarsi, illecitamente, di numeri seriali dei tagliandi. Per quest’ultima vicenda sono due gli impiegati dell’Atac a rischiare di finire sotto processo.
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