Anagrafe chiusa per protesta, i dipendenti
della casa comunale: troppe cartelle Equitalia

Anagrafe chiusa per protesta, i dipendenti della casa comunale: troppe cartelle Equitalia
di Michele Galvani
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Lunedì 25 Maggio 2015, 06:17 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 21:59

Sommersi da atti giudiziari e cartelle esattoriali di Equitalia. Denunciano «una pessima gestione dell'ufficio messa in atto dalla direzione Appalti e Contratti» e pesanti «deficit strutturali» tra cui «assenza di personale, inidoneità della sede degli uffici, inadeguatezza degli spazi destinati agli archivi, impiego di procedure informatiche di incerta efficacia». E, per concludere, accusano di lavorare con «inammissibili lacune sotto il profilo della sicurezza e della salubrità dell'ambiente da cui è derivata un'autonoma denuncia per violazione della normativa sulla sicurezza rivolta alla Asl Roma A e alla Direzione territoriale del Lavoro». Per questo i dipendenti della Casa comunale dell'Anagrafe hanno deciso di scioperare. Giovedì 28 maggio tutti i servizi in via Petroselli saranno sospesi e i lavoratori andranno a manifestare sotto al Campidoglio.
LA STORIA

La Casa comunale nasce come deposito di atti giudiziari provenienti da diversi enti pubblici (Corte di Appello di Roma, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza). Dal 2007 si sono aggiunte le cartelle esattoriali di Equitalia e questo ha determinato la crescita esponenziale e incontrollata dei flussi cartacei. Presso la Casa comunale annualmente transitano più di 670mila atti, con una ricaduta di circa 73mila utenti. La situazione di estremo disagio coinvolge lavoratori e cittadini. Gli utenti sono costretti a recarsi, anche più volte per una sola notifica, nell'unica sede cittadina, a fronte di un territorio metropolitano con confini sempre più estesi. Secondo Gianni Carravetta, responsabile Cobas del Comune «non è stata mai avviata alcuna iniziativa volta al decentramento del servizio presso le sedi municipali, così come non è mai stata adottata, complice soprattutto Equitalia, nessuna seria misura volta alla riduzione del cartaceo, nonostante la concomitante normativa orientata alla dematerializzazione degli atti e alla informatizzazione dei processi».
Il deposito degli atti giudiziari segue più o meno un procedimento lineare, essendo il percorso interamente gestito da enti pubblici. Le cartelle esattoriali di Equitalia, che vengono emesse a seguito dell'iscrizione a ruolo di tributi e tasse di varia natura, seguono invece un percorso più tortuoso perché vengono riscosse e notificate da due società: Equitalia e Poste. Equitalia è concessionaria, a livello nazionale, del servizio di riscossione (appalto a cui partecipa anche il Comune di Roma), e a sua volta subappalta a Poste la gran parte dell'attività di notifica degli atti. In mancanza di opportuni interventi di razionalizzazione, le sub-procedure di notifica e consegne a mano delle cartelle esattoriali continueranno ad essere uno dei punti deboli del processo, con una ricaduta negativa a danno dei cittadini, i quali arrivano a compiere anche 4 o 5 passaggi in differenti uffici (Poste, Equitalia, Casa comunale, ente impositore, Giudice di pace) per ritornare al punto di partenza.
LE SINERGIE

«La decisione di concentrare in un unico ambito di servizio procedure inerenti alla consegna di centinaia di migliaia di atti giudiziari e amministrativi in deposito a via Petroselli si è rivelata semplicemente assurda, arrecando enormi disagi sia ai cittadini, sia al personale - spiega ancora Carravetta -. L'ufficio è letteralmente invaso da enormi quantitativi di carta che, col tempo, anche per il carico determinante delle inefficienti prassi di notifica di Equitalia, hanno reso la sede di via Petroselli progressivamente inagibile e gravata da palesi problemi di sicurezza». A ciò, si aggiunge ogni giorno l'impatto di circa 300/350 cittadini. Solo (circa) un quinto degli atti viene consegnato agli utenti che quotidianamente si presentano allo sportello, mentre il resto rimane in deposito, andando a incrementare in maniera crescente il quantitativo di atti da gestire e da archiviare. Si sta ora avviando anche la fase di protocollazione informatizzata delle cartelle, procedura finora mai effettuata «per inerzia della dirigenza». La Direzione Generale del Comune, dal canto suo, replica così: «L'eventuale decentramento del deposito degli atti giudiziari e amministrativi su tutto il territorio comunale richiede la sinergia e il coinvolgimento di più strutture pubbliche. La Direzione valuterà la questione con i vertici dell'amministrazione e laddove autorizzata, intraprenderà il confronto con le suddette strutture per verificare la fattibilità del decentramento degli atti in questione».