Roma, accoltella la madre che non lo fa uscire: «L'ho abbracciata, c'era tanto sangue»

Roma, accoltella la madre che non lo fa uscire: «L'ho abbracciata, c'era tanto sangue»
di Marco De Risi e Paola Vuolo
3 Minuti di Lettura
Domenica 14 Giugno 2015, 06:14 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 14:14
«Non volevo uccidere mia madre. Lei gridava, diceva che non potevo uscire, urlava. Così ho preso il coltello in cucina e l'ho colpita per difendermi, ma non pensavo di farle così male. Quando l'ho vista a terra piena di sangue l'ho abbracciata forte e piangevo, lei mi ha detto di prendere il telefono e insieme abbiamo chiamato l'ambulanza». Racconta poco il tredicenne che ha ferito a coltellate sua madre Irina, 40 anni, nella piccola casa alla Tomba di Nerone.



Con lo sguardo basso, risponde alle domande dei poliziotti del commissariato Ponte Milvio e dei medici facendo piccoli cenni con la testa. Lo psichiatra dell'ospedale dove Yuri è ricoverato (il nome è di fantasia) gli dice che non deve avere paura, che lo aiuterà.



Madre e figlio vivranno separati per un bel po', il Tribunale dei minori sta valutando il reato di tentato omicidio. Yuri per ora sarà affidato ai parenti, a Roma vive anche una zia e la nonna è arrivata dalla Russia. «Quelle pugnalate erano una richiesta di attenzione» dice un investigatore.



FAMIGLIA ASSENTE

Yuri è cresciuto senza conoscere una vera famiglia. Suo padre, un romano, non lo ha nemmeno visto nascere e si è sempre disinteressato di lui. La madre, Irina, preoccupata di trovare i soldi per tirare avanti non si accorge della solitudine del figlio, e della sua sofferenza che si sta trasformando in rancore verso di lei. La donna sbarca il lunario commerciando vestiti e biancheria intima che fa arrivare dalla Russia, ha una storia d'amore con un uomo violento e manesco.



Quando i due litigano, Yuri si rifugia in camera e abbraccia il cane. Troppo presa dal problema dei soldi che non bastano mai e dalla sua storia d'amore che la fa soffrire, Irina trova sollievo nella bottiglia, beve, diventa una madre sempre più assente e quando è ubriaca se la prende con il figlio. La vita nel piccolo appartamento è un inferno.



LE PUGNALATE

Venerdì sera Irina forse ha bevuto come spesso le succede, per questo quando il figlio le dice che vuole uscire lei gli risponde «no». Ma Yuri insiste, lo aspettano gli amici della scuola media, Irina urla e gli risponde che deve stare a casa. Gira le spalle al figlio, Yuri afferra un coltello da cucina e il rancore che ha dentro esplode. Colpisce la madre alla schiena, poi alla pancia e al braccio.



La donna non si difende, forse per via dell'alcol che le ha tolto lucidità, forse perché quello che sta accadendo è peggio dell'inferno stesso. Vede il figlio che la colpisce, poi sente il suo abbraccio e il pianto, «prendi il telefono», gli dice, «chiama l'ambulanza». Quando l'ambulanza del 118 e gli agenti di Ponte Milvio diretti da Massimo Improta arrivano sul posto, Yuri, sporco di sangue, li sta aspettando sulla porta».



IRINA

«Come sta mio figlio?» Chiede Irina agli agenti, e si rassicura quando le rispondono che ha subito un forte stress e che lo stanno curando. «A Roma vive mia sorella, Yuri potrebbe stare da lei, anche mia madre sta arrivando dalla Russia, mio figlio deve sapere che la sua famiglia gli vuole bene».