Roma, «Cancellavano le multe», otto indagati: usavano documenti di ignari disabili

Roma, «Cancellavano le multe», otto indagati: usavano documenti di ignari disabili
di Michela Allegri
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Sabato 10 Ottobre 2015, 03:44 - Ultimo aggiornamento: 15:47
C'è una svolta nell'inchiesta sulle multe stracciate e cancellate abusivamente, tra le mura dell'Ufficio Contravvenzioni di via Ostiense. Dopo due anni di accertamenti, durante i quali gli inquirenti hanno passato al setaccio un lungo elenco di soggetti che sembravano aver beneficiato del servizio illegale svolto da alcuni funzionari della Municipale, ottenendo un notevole sconto sulle sanzioni, ora la Procura è pronta a tirare le somme. Nel fascicolo della pm Laura Condemi, prossimo alla chiusura, si contano 8 indagati: 3 vigili e 5 professionisti della Capitale che, secondo il magistrato, sarebbero riusciti a farsi annullare centinaia di verbali.



L'accusa, nei confronti di tutti quanti, è duplice: falso e truffa. Si tratta della seconda tranche dell'inchiesta-scandalo che nel 2013 aveva portato ai domiciliari Angelo Vitali e Tiziana Diamanti, vice direttore del Dipartimento Risorse economiche di Roma Capitale e impiegata amministrativa, accusati di falso ideologico mediante soppressione di atti pubblici. I due, mandati a giudizio con rito immediato, sono sotto processo per aver fatto sparire nel nulla un migliaio di ricorsi per contravvenzioni al Codice della strada, cestinandoli invece di inviarli in Prefettura per dare corso al normale iter burocratico.



UFFICIO NOTIFICHE

Nel secondo filone d'indagine, invece, gli inquirenti contestano la presunta sottrazione di una sfilza di relate di notifica delle multe. Secondo i magistrati la sparizione delle contravvenzioni sarebbe avvenuta all'interno della sezione Notifiche Manuali di via Ostiense. Ma non è tutto: come si legge in un'informativa di polizia giudiziaria, negli stessi uffici c'era anche chi archiviava le multe prese da amici e conoscenti fingendo che il mezzo sanzionato fosse stato utilizzato per trasportare un disabile, e allegando ai ricorsi da presentare in Prefettura una dichiarazione falsa.



Il sospetto è che tre vigili si siano appropriati dei documenti intestati ai diversamente abili, utilizzandoli per compilare ricorsi ad hoc. Il 6 maggio 2013, durante una perquisizione negli uffici, gli investigatori avevano trovato copie di carte d'identità intestate a persone invalide. Era la stessa documentazione utilizzata per la presentazione di decine di ricorsi a contravvenzioni che poi erano state annullate. Come si legge nell'informativa, «tre vigili» potrebbero essere implicati «in operazioni illecite finalizzate a propiziare l'annullamento di verbali per infrazioni al codice della strada mediante la presentazione di ricorsi che giustificano falsamente l'infrazione commessa con il trasporto di invalidi a bordo del mezzo sanzionato».



La giustificazione a multe per divieto di sosta o per aver varcato senza autorizzazione zone a traffico limitato, infatti, nella documentazione sequestrata era sempre la stessa: il veicolo era stato usato per «accompagnare un disabile a effettuare una visita medica» o per portare «il nonno non deambulante a un controllo». Ogni ricorso era poi corredato dalle fotocopie del documento d'identità e del pass del disabile e, soprattutto, dalla dichiarazione dell'invalido con tanto di firma. Tutto falso: dagli accertamenti, sembra essere emerso che le dichiarazioni e le firme erano state apposte da altre persone.