Ama, un piano per ridurre le spese Si prepara l'addio alla sede storica

Ama, un piano per ridurre le spese Si prepara l'addio alla sede storica
di Filippo Bernardi
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Venerdì 24 Ottobre 2014, 06:02 - Ultimo aggiornamento: 20:23
L'Ama punta al risparmio e cambia casa, cercando una nuova sistemazione tra Eur e Ostiense. L'azienda ha chiesto al Comune la disponibilità di una palazzina che gli permetta di lasciare la storica sede di via Calderon de la Barca, al Laurentino. Un trasloco che, secondo Ama, vale circa un milione di euro l'anno. Il presidente Daniele Fortini ha chiesto a Roma Capitale di mettere a disposizione dell'azienda tremila metri quadrati per gli uffici amministrativi. L'obiettivo, ha spiegato ieri in audizione alla commissione Ambiente del Campidoglio, è «liberarci dal pagamento degli affitti ai privati che ammontano a un milione di euro l'anno».



L'Ama non lascerebbe solo la sede a Roma sud, quartier generale dal 1991 (la proprietà è dell'Ente previdenza dentisti) ma anche un secondo palazzo in via Mosca, all'Ardeatino. «Gli interventi di adattamento dei nuovi immobili li faremmo noi, siamo in grado di rimettere a nuovo un complesso», ha assicurato Fortini. Di definitivo non c'è ancora niente, ma l'azienda ha già visionato un paio di soluzioni nei quartieri Eur e Ostiense.



IL PORTA A PORTA

Intanto l'assessore all'Ambiente Estella Marino ha annunciato che dal 2015 il nuovo modello di raccolta differenziata sarà esteso a tutta la Capitale, raggiungendo anche i 5 municipi mancanti (I, II, V, VII e XV). I rifiuti verranno quindi separati ovunque tra carta, plastica e metalli, vetro, indifferenziata e organico.



Proprio la percentuale di raccolta differenziata raggiunta («il 38% con l'obiettivo di arrivare al 40% entro fine anno», ha detto Fortini) vedrebbe Roma al secondo posto dopo Berlino (42%) e prima di Londra (34%), Vienna (33%), Madrid (17%) e Parigi (13%). Sono i dati diffusi ieri da Ama in occasione di un meeting organizzato insieme a Atia-Iswa Italia (Associazione Tecnici Italiani Ambientali) e ai vertici delle società che gestiscono i rifiuti nelle altre città europee.



Numeri da città virtuosa che stridono con la percezione della maggioranza dei cittadini e le ricorrenti immagini di cassonetti strabordanti. «In qualche zona c'è ancora qualche problema di turni e di ritmi», ammette l'assessore che aggiunge: «A Roma, attualmente, ci sono oltre 60 mila cassonetti che però progressivamente andranno a diminuire con il porta a porta. E questo ci permetterà anche di sostituire quelli più danneggiati».